Fiorello e Saviano: lasciate dov’è il SalinaDocFest

Giovanna Taviani, direttrice del SalinaDocFest dal 2007, bloccata a Salina ha mandato al Lido un messaggio allarmante di dimissioni


VENEZIA – Giovanna Taviani – direttrice del SalinaDocFest dal 2007, con la collaborazione di Mazzino Montinari e Antonio Pezzuto – non ha potuto raggiungere Venezia perché bloccata a Salina dal maltempo che ha interrotto i collegamenti con il continente. Ma ha mandato ai presenti una dichiarazione potenzialmente drammatica sul futuro del SalinaDocFest, intitolandola, ironia della sorte, “Isolani sì, Isolati no”, proprio come il nuovo video contest lanciato quest’anno dal festival e dedicato al territorio delle isole minori italiani e alla tutela dei diritti, sempre minacciati, delle donne e degli uomini che lo abitano. Il SalinaDocFest – pur avendo conquistato in soli 8 anni un posto di primo piano nel mondo del cinema del reale, ed una visibilità nazionale e internazionale straordinaria – nel 2014 è stato escluso da qualsiasi forma di finanziamento regionale. Una decisione che taglia le gambe ad un festival profondamente radicato nel territorio, capace di ottenere grandi risultati con un budget irrisorio, che non ha mai superato i 150 mila Euro (fra pubblico e privato), a fronte di rassegne e manifestazioni enogastronomiche che ricevono ogni anno fino a cinque volte tanto. A questo punto sono costretta a dimettermi e a chiudere l’esperienza per emigrare altrove – conclude – 60 mila giovani sono fuggiti da Palermo in questi ultimi anni, e ancora ricordo gli occhi asciutti di Vincenzo Consolo, mentre mi narrava i motivi dolorosi che lo avevano spinto a lasciare il calore della sua terra per emigrare nella fredda Milano”.

 L’ottava edizione, sperando che la situazione si risolva presto, è stata comunque presentata nello Spazio Luce Cinecittà dell’Hotel Excelsior di Venezia, con l’introduzione di Laura Delli Colli. Dal 23 al 27 settembre il festival porterà nell’isola artisti come  Nahal Tajadod, Moni Ovadia, Maria Pia Calzone, Stefano Sollima e Irene Grandi, proponendo nei titoli in concorso il meglio del documentario narrativo italiano di questa stagione. A sostegno del festival si è espresso Roberto Saviano dagli Stati Uniti, con un messaggio: “È vero che sono stato padrino del festival. E il festival a sua volta mi ha iniziato a una forma d’arte che non mi ha più abbandonato. Il documentario: un occhio sul mondo, migliaia di occhi sul mondo, l’unico modo che abbiamo oggi per capire cosa accada davvero in Palestina, in Iraq, in Siria, in Repubblica Centroafricana, in Colombia, Messico, Honduras. È l’unico vero modo che abbiamo per partecipare alla vita di luoghi lontanissimi, e per capire che tutto è connesso, che il mondo è un organismo economico che respira con gli stessi polmoni che ragiona con lo stesso cervello. Per capire che il corpo è unico. Il SalinaDocFest probabilmente emigrerà. Sarebbe una bella provocazione se continuasse a chiamarsi Salina Doc Fest pur svolgendosi in un’altra città italiana o straniera, per dire: osservate quel che avete perso, quel che non siete riusciti a tenervi stretto. In un’Italia a pezzi, in cui manca tutto, probabilmente la cultura agli occhi di molti non ha priorità. Eppure in un’Italia a pezzi, in cui manca tutto, solo la conoscenza può davvero salvarci”. Saviano parteciperà alla serata finale del Festival il 27 settembre, in collegamento da New York con la piazza di Santa Marina.

Interviene, durante l’incontro, anche Beppe Fiorello, con una presenza a sorpresa e non prevista: “Sono qui di passaggio per altri motivi – dice l’attore – ma Giovanna è un’amica e io sono qui a supportarla. Vorrei proprio che il festival restasse dov’è. E’ la fatica di approdare all’isola che lo rende amabile”.

 Il Concorso Nazionale sarà come sempre il cuore della manifestazione, con l’assegnazione del Premio Tasca d’Almerita al Miglior documentario scelto dalla giuria ufficiale – composta da Pasquale Elia, Gabriella Gallozzi, Wilma Labate, Cristina Piccino, Edoardo Winspeare – e del Premio Signum al documentario più votato dal pubblico. Il comitato d’onore composto da Paolo e Vittorio Taviani, Bruno Torri, Romano Luperini e Antonio Vitti, assegnerà il Premio Ravesi Dal Testo allo Schermo alla scrittrice Nahal Tajadod per il romanzo “L’attrice iraniana”. Golshifteh Farahani, a cui il libro è dedicato, sarà ospite del festival il 23 settembre. Questi i titoli scelti: The Show MAS Go On di Rä Di Martino (Italia, 30′), La malattia del desiderio di Claudia Brignone (Italia, 57′), Quello che resta di Antonio Martino (Italia, 50′), Sul vulcano di Gianfranco Pannone (Italia, 80′), Io sto con la sposa di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry (Italia/Palestina 92’), Io voglio le ali bianche di Chiara Zilli (Italia, 51′), Il Dio delle Zecche. Storia di Danilo Dolci di Leandro Picarella e Giovanni Rosa (Italia 60′), Va’ Pensiero di Dagmawi Yimer (Italia, 56′), La beaute c’est ta tete di ZimmerFrei (Italia/Francia. 60′).

Andrea Guglielmino
04 Settembre 2014

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