Clive Owen e Aleksej Fedorčenko al Festival di Roma

L’attore britannico incontrerà il pubblico nell’ambito di una serata in cui sarà proiettata la serie tv The Knick di Steven Soderbergh. Il Marc’Aurelio del Futuro verrà consegnato al regista russo


La serie televisiva The Knick di Steven Soderbergh sarà presentata venerdì 17 e sabato 18 ottobre nell’ambito della 9a edizione del Festival di Roma. Il nuovo lavoro del premio Oscar statunitense vede protagonista Clive Owen, nei panni del geniale chirurgo John Thackery. L’attore britannico incontrerà il pubblico del Festival nell’ambito di una serata-evento in cui sarà proiettata l’intera serie con il finale di stagione in contemporanea con gli Stati Uniti.

I dieci episodi – scritti da Jack Amiel e Michael Begler, sceneggiatori di Quando meno te lo aspetti e Qualcosa di straordinario – andranno in onda in esclusiva assoluta su Sky Atlantic HD in autunno. The Knick è ambientata nella New York di inizio ‘900, all’interno dell’ospedale Knickerbocker. Il chirurgo John Thackery – un brillante pioniere di nuovi metodi nel campo della chirurgia che nasconde una dipendenza dalla cocaina – opera a capo di un team di medici e infermieri in un’epoca caratterizzata da elevati tassi di mortalità e assenza di antibiotici. Accanto a Clive Owen, nel cast figurano tra gli altri Andrè Holland, Jeremy Bobb, Eve Hewson e Juliet Rylance.

Il Marc’Aurelio del Futuro verrà consegnato ad Aleksej Fedorčenko, regista di Primi sulla luna e Ovsjanki / Silent Souls (premiati entrambi alla Mostra di Venezia) e di Spose celesti dei Mari della pianura (in concorso a Roma nel 2012), produttore di oltre venti film, sceneggiatore e scrittore. In occasione della premiazione, il cineasta russo presenterà in prima mondiale il suo ultimo lavoro, Angeli della Rivoluzione (Angely revolucii), nella linea di programma “Cinema d’Oggi”.
Il nuovo film di Fedorčenko, ambientato in Unione Sovietica, racconta l’incontro e lo scontro fra differenti culture negli anni Trenta staliniani, attraverso lo sguardo di cinque artisti d’avanguardia, spediti a fare da agit-prop nelle regioni periferiche. La pellicola è un adattamento dei racconti di Denis Osokin, vincitore del prestigioso premio letterario russo per giovani autori “Debut Prize”, scrittore del romanzo che ha ispirato Ovsjanki e sceneggiatore di Spose celesti dei Mari della pianura.

“Aleksej Fedorčenko è una tra le figure assolutamente più originali nel panorama della produzione russa del Terzo Millennio – dichiara il direttore artistico Marco Müller – Perché nel passaggio da un film all’altro ha saputo ogni volta reinventare genere e stile. Nella sua filmografia, il documentario è contraddetto dal mockumentary, il film drammatico e paesaggistico è ripensato in chiave di commedia panteista (Spose celesti dei Mari della pianura appare in questo senso come una risposta a Ovsyanki). A partire dal primo straordinario lungometraggio (il mockumentary Primi sulla luna), Fedorcenko ha scardinato la struttura narrativa convenzionale (prosastica). Nei lungometraggi ‘narrativi’ successivi ha fatto ben di più che proporre una sua personalissima versione del cinema lirico-pittorico: esaltando l’aspetto figurativo ha spostato in secondo piano il testo e le sue strutture logiche, utilizzato le immagini per suggerire analogie, allegorie, metafore, deviazioni a-realiste (solo in pochi casi, surrealiste)”.

ssr
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