Giorgio Pressburger e L’orologio di Monaco

Il doc di Mauro Caputo, racconto in prima persona della vicenda umana di uno dei più alti intellettuali italiani ed europei come Giorgio Pressburger, sarà distribuito da Luce Cinecittà


Verrà presentato lunedì 20 ottobre in prima mondiale al Festival di Roma nella sezione Eventi, L’Orologio di Monaco il film doc di Mauro Caputo, racconto in prima persona della vicenda umana di uno dei più alti intellettuali italiani ed europei: Giorgio Pressburger. Tratto da una serie di racconti autobiografici, pubblicati da Einaudi, e strutturato come un’elegia a tappe, il film parte dall’indagine di un albero genealogico; una famiglia del Centroeuropa in cui confluiscono per caso e nel tempo alcuni grandissimi nomi della cultura moderna: Karl Marx, il poeta Heinrich Heine, il compositore Mendelssohn, il regista di Scarpette rosse Emeric Pressburger e suo nipote, anche lui regista e premio Oscar, Kevin Macdonald.  Scrittore, regista, operatore culturale su molteplici campi, che come pochi sa raccontare quel territorio fisico e immateriale che è stata (ed è) la Mitteleuropa, Pressburger rivive con intensa emozione, attraverso una ricerca che si intreccia tra presente e passato, i ricordi e le vicende umane di cui è stato osservatore partecipe. Dalla nascita a Budapest alla partenza in seguito all’invasione sovietica del ’56, passando per la ‘sua’ Trieste e per un vagabondaggio culturale lungo l’Europa del ‘900 e oltre. Nel film, le immagini suggestive di alcuni luoghi della città di Trieste, come il cimitero ebraico, la Risiera di San Sabba, la libreria Umberto Saba, lo storico Caffè San Marco, ma anche riprese della vicina Slovenia o di Londra, insieme ai filmati di repertorio dell’Archivio Luce e al materiale video originale girato da Emeric Pressburger, concesso per questo film da Kevin Macdonald.  E su tutto, la voce e la fisicità di un uomo, protagonista di questo viaggio, la cui vicenda personale e familiare riesce magicamente a intrecciarsi con la memoria del nostro ‘900, evocandone storie, violenza, arte, passioni. E come sintetizzato dallo stesso Pressburger, riferendosi al cinquecentesco trattato di Etienne de La Boétie tornato in tempi recenti a essere un inaspettato piccolo bestseller, un messaggio più forte di tutti, che pervade il film: quello contro la servitù volontaria degli uomini.  “Un racconto cinematografico intenso e struggente, forte e discreto, che fa parlare non solo gli uomini ma anche i paesaggi, le cose, le tracce degli uomini passati sulla terra”, secondo Claudio Magris Dopo la presentazione al Festival di Roma, L’orologio di Monaco, prodotto da Vox Produzioni, sarà distribuito nel 2015 da Istituto Luce-Cinecittà

redazione
17 Ottobre 2014

Roma 2014

Roma 2014

Marinelli su Festival di Roma

L'assessore alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo di Roma Capitale annuncia: "Il Festival tornerà alla sua vocazione di Festa"

Roma 2014

Fondazione cinema per Roma, si dimette il DG Mancini

Lascia l'incarico assunto nel 2012 per approdare al Touring Club: Un'opportunità maturata tempo fa e che mi è sembrato corretto mantenere riservata fino ad oggi per non interferire con l'andamento del Festival"

Roma 2014

Wired Next Cinema, pillole di futuro

Bilancio positivo per Wired Next Cinema, la sezione parallela al Festival di Roma dedicata ai nuovi linguaggi dell'audiovisivo. Spunti interessanti dall'illustratrice Olimpia Zagnoli sui formati brevi e le nuove forme di creatività. Tra gli appuntamenti più seguiti, soprattutto dal pubblico di giovani, gli incontri con le star del web Maccio Capatonda, The Pills e The Jackal, tutti alle prese con l'esordio sul grande schermo

Roma 2014

Il sogno a occhi aperti? Fino a qui, tutto bene

Parecchi italiani tra i premiati alla nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Tra loro Andrea Di Stefano, esordiente con Escobar, prodotto all’estero, che ha rivendicato il suo orgoglio di regista italiano formatosi con Blasetti e Sorrentino, e il loquace Roan Johnson che si è definito “un sognatore a occhi aperti. Vedevo che Fino a qui tutto bene procedeva alla grande e mi dicevo ‘magari può andare a un festival e vincere’. Ma poi anche ‘sta’ bonino… un ci pensare. Temevo la mazzata. E invece siamo qui”


Ultimi aggiornamenti