La spia, ultimo film di Philip Seymour Hoffman

Presentato al Festival di Roma nella sezione Gala l'ultimo lavoro dell'attore americano tragicamente scomparso, una spy story tratta da John Le Carré


Philip Seymour Hoffman era un raro caso di attore americano nato a teatro, passato al cinema e ritornato a teatro. Aveva iniziato con ruoli da caratterista, poi è cresciuto, ha espanso il suo repertorio, guadagnato più gravitas. Lavorare con lui era eccezionale, era alla mano, genroso, diretto, collaborativo, mai presuntuoso”. A ricordare così il grande attore, tragicamente scomparso lo scorso 2 febbraio, è il collega Willem Dafoe, che ha condiviso il suo ultimo film, La spia – A Most Wanted Man diretto da Anton Corbijn e tratto da un romanzo di John Le Carré. In cartellone al Festival di Roma (sezione Gala), dal 30 ottobre sarà nelle sale con Notorious Pictures, il film si presta ”purtroppo a paralleli tra la vita privata di Hoffman e questa sua ultima, fantastica performance: magari, a posteriori, sul set aveva un’intensità particolare, di cui non ci siamo resi conto”, confessa Corbijn. ”Il film ha preso un peso che non ci aspettavamo, che non volevamo”, aggiunge il regista, mentre Dafoe osserva come ”il ricordo di Hoffman oscurerà sempre il film”. Nel cast anche Rachel McAdams e Daniel Bruhl, A Most Wanted Man è ”un film che parla dell’autunno della nostra umanità”, è ambientato tra Amburgo e Berlino e ruota intorno a un misterioso uomo in fuga, un banchiere britannico (Dafoe), una giovane avvocatessa idealista (McAdams) e il capo di una unità di spionaggio tedesca (Hoffman) che indaga sul terrorismo di matrice islamica: ”Philip interpreta un uomo che più volte è stato fottuto nella sua vita, ma è rimasto una persona buona, non ha perso la fiducia nell’umanità. Un uomo – dice Corbijn – completamente assorbito dal proprio lavoro, non islamofobo e nemmeno con una grande cura per sé”.

Cr. P.
25 Ottobre 2014

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