‘Sangue’ di Delbono vince il premio Don Chisciotte

Il film ha diviso pubblico e critica per il racconto senza filtri della morte della madre del regista e per la presenza del brigatista Giovanni Senzani


LOCARNO – Non è passata certo inosservata l’ultima opera da regista di Pippo Delbono, vincitrice del premio Don Chisciotte a Locarno, Sangue. Un film che ha diviso pubblico e critica non solo per il racconto della morte senza filtri, quasi in diretta, della madre del regista, ma anche per la presenza del’ex brigatista Giovanni Senzani, anche lui orfano, dopo i tanti anni di carcere che li avevano tenuti lontani, di un grande amore: Anna Fenzi, la compagna che pur avendo preso le distanze dalla lotta armata (il fratello era però anche lui un noto militante) lo aveva atteso tutta la vita. Il racconto di due “dispersi” che si incontrano dunque e che si conoscono vivendo insieme l’esperienza del dolore e della perdita.

Questo almeno quello che ha sottolineato più volte il regista: “Solo attraverso il mio dolore privato ho potuto dare voce a qualcosa di collettivo. Sentendo che la morte di mia madre si trasformava in qualcosa di vivo, che lei non era più solo mia madre, ma la madre in senso universale, sono riuscito a parlare anche della storia di Giovanni, anche lui come me smarrito di fronte alla prova suprema della vita”. Ma la morte per Senzani è qualcosa che ritorna, come un fantasma. Ed è qui che il privato si mescola alla politica – un percorso obbligato già dalle prime immagini del film in cui vediamo i funerali di Prosepro Gallinari, accusato di essere stato l’esecutore materiale dell’omicidio di Aldo Moro –  fu lui infatti a guidare l’escuzione di Roberto Peci, operaio la cui colpa era quella di essere fratello di un pentito delle br e cheil 3 agosto del 1981 venne appunto giustiziato dopo 55 giorni di prigionia. Il viso di Senzani non tradisce una sola emozione mentre rievoca, ripreso da Delbono con i soliti mezzi, un telefonino e una camera leggera “da 300 euro”, quello che lui definisce, più che un omicidio, “una decisione politica”. I ricordi sono quelli della preparazione, dell’incappucciamento, di quel “no” disperato, gridato quando Peci aveva intuito che stavano per ammazzarlo. Una confessione choc, che a distanza di molti anni fa dire a Senzani che non cerca redenzione, ma che  forse, pur ritenendo ancora giuste molte idee dell’epoca, i modi erano certamente sbagliati. Un’esperienza conclusa insomma, per cui, secondo lui, sarebbe giusto posticipare il giudizio obbiettivo in un futuro molto lontano: “noi siamo stati solo un pezzo di storia nell’ambito del panorama delle rivoluzioni mondiali – afferma l’ex br – e ancora non siamo riusciti a capire perché è fallita quella sovietica”.

Ma intanto quel racconto, quel morto ammazzato, “quella storia sbagliata” direbbe qualcuno, pesa sul film più dell’accusa fatta a Delbono di aver barato, di essersi abbandonato a una sorta di “pornografia del dolore”, tanto da spingere i due parlamentari della destra ticinese Fiorenzo Dado’ e Paolo Sanvido (di cui però si vocifera che non abbiano visto nemmeno il film) a presentare un’interrogazione molto dura sulla presenza dell’ex terrorista in un lavoro finanziato in parte con soldi svizzeri. Sangue è infatti stato realizzato dalla Compagnia Pippo Delbono  e Casa Azul Films con la partecipazione della cinématèque Suisse in collaborazione con la Radioteevisione Svizzera, Vivo Film e Rai Cinema

 Il premio Don Chisciotte è assegnato dalla dalla federazione internazionale delle società cinematografiche (FIIC/IFFS).

19 Agosto 2013

Locarno 2013

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Il regista è stato l'ultimo attesissimo ospite del festival di Locarno, che gli ha consegnato il pardo d'onore Swisscom in occasione di un'affollata masterclass. "Un modello per me resterà per sempre il film Viva Zapata! di Elia Kazan - dice - il modo il cui Marlon Brando viene introdotto nella storia è veramente unico”. E racconta la sua esperienza di doppiatore nella celebre serie cartoon I Simpson, che per vent'anni ha creduto essere solo un fumetto: “Quando me l’hanno proposto - ha detto Herzog - credevo fosse uno scherzo, poi ho capito che I Simspon in tv esistevano davvero. Mi sono reso conto che erano evidentemente molti anni che non guardavo la televisione”

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Presentati a Locarno i docu-film Pays barbare, di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi e E Agora? Lembra-me di Joaquim Pinto

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