Storie incrociate a ritmo di “Valzer”


Secondo film italiano passato nella sezione delle Giornate degli Autori, Valzer di Salvatore Maira è un’opera inconsueta ed estrema, che unisce in un piano sequenza di novanta minuti il dramma lirico di un immaginario rapporto padre-figlia e la scottante attualità dei marci mondi di potere del calcio e dello spettacolo. Al centro della scena Valeria Solarino, il collante che unisce i piani superiori dell’albergo che ospita la storia – luogo del cinismo, della sopraffazione e della manipolazione – con quello che idealmente è il “mondo di sotto” – la zona “pulita” in cui a prevalere è l’importanza dei rapporti umani.

“Con Valzer volevo raccontare lo smarrimento dei protagonisti ad un ritmo lento, che assecondasse il movimento della storia. Il film procede come un vento che muove le figure sulla melodia malinconica di un valzer”, dice Maira. Tutto è nato da un’ispirazione musicale arrivata contemporaneamente a uno spunto narrativo, che include temi e atmosfere diversissime tra loro. “Odio i generi, e in questo caso era mia precisa volontà uscire da ogni schema per avere la libertà di affermare certi pensieri in modo anche violento. E’ per questo – continua il regista – che ho voluto affiancare al racconto lirico di cui sono protagonisti Valeria Solarino e Maurizio Micheli un frammento saggistico urlato sul mondo corrotto del calcio. Era necessaria una struttura narrativa dissonante per accrescere il valore emotivo della storia”. Nonostante l’attualità dell’argomento, Valzer non è un instant-movie. La parte relativa agli scandali calcistici è stata infatti pensata almeno tre anni fa, quando il regista assistette a scene di razzismo allo stadio: una giovane madre incitava suo figlio a insultare i giocatori di colore.

Una sfida tecnica notevole, quella di racchiudere in un’unica inquadratura movimenti, dialoghi e contatti tra i tanti personaggi del film, che Maira ha realizzato provando più volte da solo il percorso all’interno dell’albergo fino a realizzare un Dvd. Grazie a questo gli attori e la troupe hanno potuto studiare la dinamica delle riprese, e poi, procedendo per gradi, con prove di scene prima brevi e poi via via più complesse, alla terza settimana di set si è giunti a girare il film nella sua totalità. Ben dieci le versioni di Valzer registrate nel tempo reale di 90 minuti, di cui 5 buone. “E poi ci ho messo tre mesi solo per scegliere tra queste quella che sarebbe diventata il vero e proprio film”, confessa Maira, che per il prossimo film vorrebbe misurarsi con un film muto sul manicomio di Aversa, che il regista ha visitato poco prima che chiudesse.

03 Settembre 2007

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