Elisabetta Sgarbi al Trieste Film Festival


Il Trieste Film Festival è il principale appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro-orientale, giunto alla sua ventiquattresima edizione. Con alcune novità: la rassegna, diretta da Annamaria Percavassi – cui si affianca da quest’anno Fabrizio Grosoli – ospiterà le sue proiezioni oltre che al tradizionale Teatro Miela anche alla Sala Tripcovich di Largo Santos, grazie a un accordo tra l’amministrazione comunale e la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi, che hanno adeguato una sala teatrale anche ad uso cinematografico.

Ad aprire il festival sarà il 17 gennaio alla Sala Tripcovich Il viaggio della signorina Vila di Elisabetta Sgarbi. Sceneggiato dalla regista insieme a Eugenio Lio, con le musiche di Franco Battiato, è una storia d’amore tra un uomo e una donna di un altro tempo caduti nella Trieste di oggi. È anche la storia d’amore di un intellettuale che si scambia e si specchia con il proprio passato, reale e letterario, e il passato della sua città, Trieste: scelta, dice Sgarbi “per una sorta di fascinazione quasi un’ossessione sia per l’elemento culturale che per quello naturale che in questa città coesistono a strettissimo contatto, evitando ogni rappresentazione da cartolina, e cercando invece di raccontare il volto vivo, conteso e sempre in mutazione di questo luogo”.
Ne Il viaggio della signorina Vila le voci narranti sono quelle di Toni Servillo e Lučka Počkaj, e appaiono fra gli altri Claudio Magris, Luciana Castellina, Gillo Dorfles, Giorgio Pressburger, Boris Pahor, Pino Roveredo, Susanna Tamaro.

Nucleo centrale del programma rimangono i tre concorsi internazionali che ogni anno fanno il punto sulla produzione più interessante dei paesi di riferimento del festival. E anche quest’anno i premi al Miglior lungometraggio, al Miglior cortometraggio e al Miglior documentario saranno attribuiti dal pubblico. Nel concorso lungometraggi (tutti titoli in anteprima italiana) si segnalano in particolare il V Tumane di Sergej Lonitsza, visto a Cannes, e Kilp opera prima di Maja Miloa, vincitore a Rotterdam del Tiger Award.

Fra i cortometraggi, l’italiano Cargo di Carlo Sironi, delicata storia d’amore, di prostituzione e di immigrazione ambientata alla periferia di Roma. Anche quest’anno, si aggiunge inoltre una selezione non competitiva di 13 cortometraggi di animazione provenienti dai paesi dell’Europa centro-orientale, fra i quali segnaliamo l’anteprima assoluta De versicoloribus naturalium ludis del giovane regista russo Artem Ludyankov, prodotto da Fabrica – Benetton.

Il Concorso internazionale Documentari propone 9 film, tutti in anteprima nazionale, provenienti dalle nazioni che fanno parte delle aree tradizionalmente investigate dal Festival. Tra questi Made in Albania, di Stefania Casini, road movie in cui tre giovani protagonisti, attraverso incontri emozionanti, raccontano l’Albania di oggi in bilico tra passato e futuro. Si affianca alle sezioni competitive Sorprese di genere, una sezione che intende allargare lo sguardo verso nuove tendenze “popolari” all’interno della produzione dell’Europa Centrale e Orientale. Sei i titoli che compongono questa nuova sezione: il lituano sci-fi Aurora (Vanishing Waves) di Kristina Buoyte, la commedia Despre oameni şi melci (Di lumache e di uomini) di Tudor Giurgiu, maggiore incasso dell’ultimo decennio al box office rumeno; e le delicate storie sentimentali di Une estonienne à Paris di Ilmar Raag (nel catalogo Officine UBU) e Tango Abrazos dello sloveno Metod Pevec (già vincitore con il suo Aleksandrinke del Premio per il miglior documentario al Trieste Film Festival dello scorso anno). E ancora i thriller Il Quarto Stato del regista tedesco Dennis Gansel, con un cast internazionale tra cui figura Kasia Smutniak.

Un’altra novità è costituita, nell’edizione 2013, dagli Italian Screenings, nell’ottica di una potenziata integrazione tra il festival e “When East Meets West” (WEMW), per la prima volta WEMW è totalmente inserito all’interno delle date del festival (si svolge infatti dal 21 al 23 gennaio all’Hotel Savoia) e soprattutto aperto al pubblico. Prosegue inoltre la collaborazione con l’Associazione Corso Salani. Il Premio istituito in memoria del cineasta scomparso nel giugno 2010 verrà attribuito ad uno fra i 5 finalisti che sono stati individuati fra il numero, crescente di anno in anno, di progetti arrivati: Aishiteru my love di Stefano Cattini, Artic spleen di Piergiorgio Casotti, Miriam delle crociere di Alessandra Gori, Il mondo di Nermina di Vittoria Fiumi, Senza di voi di Chiara Cremaschi.

 

Muri del suono, curato da Giovanna Tinunin e Beatrice Biggio, è lo spazio che il festival dedica ai film a tematica musicale. Una selezione di anteprime italiane, 4 documentari rappresentativi della ricerca portata avanti da questa sezione nei suoi 4 anni di vita, che parte dalla musica per arrivare alla Storia tout court. È giunto alla sua quinta edizione il progetto Eastweek, curato da Elena Giuffrida, che si propone di creare un network tra le Scuole e le Accademie di cinema dell’Europa centro-orientale.

A completare il programma la seguitissima sezione Zone di cinema, destinata a ospitare i più interessanti esempi della produzione cinematografica locale e realizzata con il sostegno della Provincia di Trieste. Il Premio Zone di Cinema verrà attribuito all’opera ritenuta migliore dal pubblico. Tra i titoli in programma, Vedo rosso. Anni ’70 tra storia e memoria degli italiani d’Istria di Sabrina Benussi, My private zoo di Gianni Sirch e Ferruccio Goia (già in concorso all’ultimo Festival dei Popoli di Firenze), Unwired (Unwired – Il mondo in casa) di Nicole Leghissa; evento speciale della sezione è Archeo l’ultimo film dello sloveno Jan Cvitkovič (archeologo, attore, sceneggiatore, regista) e Making Archeo films di Ivan Gergolet, il ‘making of’ del film, che sarà presentato in anteprima assoluta.

14 Gennaio 2013

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