Niente più choc ma ‘urto di nervi’. Non si va al bar ma alla ‘mescita’, per il mal di testa si prende il ‘cialdino’, non il cachet e se si vuole amoreggiare non si dirà di ‘avere un flirt’, ma ‘fiorellare’. Al bando ogni forma dialettale, termini stranieri e pure l’uso di darsi del ‘lei’. Fu così che Benito Mussolini iniziò una delle più imponenti battaglie di propaganda del fascismo: creare un’unica lingua italiana, una vera ”lingua di regime” che avrebbe forgiato un popolo nuovo, più allineato e unito anche nel modo di esprimersi. A raccontarlo è Me ne frego! Il fascismo e la lingua italiana, documentario dell’Istituto Luce nato da un’idea della linguista Valeria Della Valle per la regia di Vanni Gandolfo, in prima visione su History (407 di Sky) il 25 aprile alle 21.
Il regista e l’autore della colonna sonora raccontano a CinecittàNews come nascono l’opera e il cineconcerto basati sulle straordinarie immagini dell’Archivio Luce.
Il film di Roland Sejko con gli straordinari materiali dell'Archivio Luce sarà l’evento conclusivo di domenica 14, con i versi inediti di Gian Mario Villalta e le musiche di Teho Teardo eseguiti dal vivo
Selezionato all'Hot Docs, il più importante festival di documentari del mondo in programma dal 25 aprile al 5 maggio a Toronto. Unico titolo italiano della prestigiosa sezione ‘The changing Face of Europe’.
Un pianeta che brucia, il sogno di un uomo e il rock ‘n roll. L’incontro con il regista e i produttori martedì 19 marzo alle 21.30 al Cinema Barberini