Marguerite, una voce (stonata) contro l’ipocrisia

In concorso il film di Xavier Giannoli, commedia amara su una baronessa che non sa cantare ma viene ugualmente applaudita nei circoli della società bene


VENEZIA – Anche Hollywood dedicherà un film a Florence Foster Jenkins, soprano statunitense divenuto famoso per la sua assoluta incapacità di cantare. La sua storia è alla base di Marguerite, la commedia amara del francese Xavier Giannoli in concorso a Venezia 72. ”Era molto ricca, appassionata di musica e di opera lirica, tuttavia totalmente inconsapevole di avere una voce terribile. Era abituata a cantare davanti ai circoli della società bene, nessuno aveva mai osato dirle che era così stonata. Vuoi per ipocrisia o interesse venale o per semplice vigliaccheria”, spiega il regista.

Siamo negli anni ’20, la prima guerra mondiale è finita da poco, e nella bella dimora della baronessa Dumont si raccolgono fondi per gli orfani di guerra. Tra i molti musicisti presenti, anche lei, che si esibisce nel ruolo della Regina della notte facendo rivoltare Mozart nella tomba, ma applauditissima dagli ospiti. Eppure un giovane critico musicale e un suo amico, poeta anarchico e provocatore, si appassionano a lei e decidono di convincerla a esibirsi davanti a un pubblico vero alimentando un’illusione che sconfina nella follia… 

“È una storia da una parte divertente che, al contempo, mette a nudo il lato crudele della natura umana, cioè quello che intendevo esplorare”, dice ancora Giannoli, che sul mancato invito allo scorso Festival di Cannes (dove erano presenti cinque film francesi in concorso) glissa con enorme signorilità: ”Quando ho saputo che sarei venuto qui a Venezia la felicità era tale che la questione Cannes non mi ha minimamente interessato, né dal punto di vista emotivo né professionale”. Per lui, già in concorso al Lido con Superstar nel 2012, Marguerite è “un ritratto molto libero di una persona realmente esistita. Non dico tutta la verità su di lei ma dico solo cose vere. Quella donna, in fondo, proprio come la mia Marguerite, sognava semplicemente di essere diversa da ciò che realmente era”. E sul fatto di aver ambientato il racconto all’inizio dell’age d’or degli anni ’20, spiega: ”Di sicuro è stato un periodo cruciale tanto per l’avvento di nuove correnti artistiche quanto per una maggiore apertura nel costume, ma alla fine ho voluto raccontare una storia atemporale, dove la voce stonata della protagonista squarcia la tela, rompe l’eleganza posticcia di un contesto imballato”. Voce su cui ha dovuto fare un gran lavoro la bravissima interprete Catherine Frot: ”Ho seguito corsi di canto, è stata una felicità enorme poter entrare in questo personaggio e credo che il film mi abbia consentito di creare un nuovo rapporto con la musica, arte per me astratta che Marguerite incarna perfettamente”.

Nei panni del marito che la trascura e prova imbarazzo durante le sue esibizioni, c’è André Marcon, che dice: “Prima lui si vergogna della moglie ma poi, poco a poco, scopre che questa donna così stonata, è vera, genuina rispetto alla falsità e alle menzogne del mondo”. Anche perché, citando un passo del film, ”esistere è insistere” come scrisse nelle sue memorie Johnny Hallyday. Marguerite uscirà il 17 settembre, distribuito da Movies Inspired

04 Settembre 2015

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