Grasso: “Csc, 80 anni ma non li dimostra”

Il presidente del Senato Pietro Grasso ha partecipato alla festa per gli 80 anni del Centro Sperimentale di Cinematografia, la scuola di cinema più antica del mondo con quella di San Pietroburgo


“Compie 80 anni però non li dimostra questo Centro Sperimentale di Cinematografia che, ricordiamolo, è il più antico nel mondo. Le idee, i talenti e le storie che potrà ancora raccontare, le vedremo con molto piacere e per questo facciamo l’augurio che possa continuare con questa tradizione. Ha raccontato l’Italia, i costumi, le evoluzioni e i cambiamenti e sono certo che continuerà a farlo”. È il commento del presidente del Senato Pietro Grasso in visita al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, in occasione della cerimonia di festeggiamenti degli 80 anni della Scuola Nazionale di Cinema, la più antica del mondo insieme a quella di San Pietroburgo.

In 80 anni di attività si sono formate presso il Centro Sperimentale di Cinematografia intere generazioni di protagonisti del nostro cinema. Tra i tanti si ricordano registi come Michelangelo Antonioni, Pietro Germi, Marco Bellocchio, Liliana Cavani, Roberto Faenza, Folco Quilici, Francesca Archibugi, Carlo Verdone, Paolo Virzì, Gabriele Muccin, Francesco Munzi, Piero Messina; attori come Gianni Agus, Arnoldo Foà, Alida Valli, Claudia Cardinale, Carla Gravina, Francesca Neri, Stefania Rocca, Enrico Lo Verso, Riccardo Scamarcio, Carolina Crescentini, Alba Rohrwacher; produttori come Dino De Laurentiis; direttori della fotografia come Pasqualino De Santis, Gianni Di Venanzo, Vittorio Storaro, Beppe Lanci, Vladan Radovic; costumisti come Mario Chiari, Gianni Polidori; scenografi come Francesco Bronzi, Mario Garbuglia, e tanti personaggi che hanno avuto fortuna professionale in ambiti della vita pubblica, della cultura e dello spettacolo: Pietro Ingrao, Raffaella Carrà, Domenico Modugno, Gabriel Garcia Marquez, Susanna Tamaro. Rilevante è anche l’attività della Cineteca Nazionale, deputata per legge dello Stato a conservare e valorizzare il patrimonio del cinema italiano: oltre 150.000 pellicole, circa 6 milioni di fotografie, oltre 60.000 manifesti cinematografici, un archivio che spazia dal muto al sonoro, dal cinema a soggetto al documentario. Intenso anche l’impegno volto al restauro e alla diffusione culturale di opere significative del cinema italiano. ​  

Con il Centro sperimentale di cinematografia, istituito nel 1935 per iniziativa di Blasetti veniva alla luce “quella che è, insieme alla scuola di San Pietroburgo, la più antica scuola di cinema del mondo. E da allora il Centro è rimasto la più importante istituzione italiana di insegnamento, ricerca e sperimentazione nel campo della cinematografia; punto di riferimento di professionisti, autori e studiosi; centro propulsivo del cinema italiano – ha detto il presidente del Senato – queste mura parlano della nostra storia, di noi tutti, dei nostri costumi, delle nostre abitudini, delle nostre passioni. Non è un caso se tra le fila delle decine e decine di personaggi che qui hanno studiato, possiamo annoverare Pietro Ingrao. Qui in questa scuola, nei primissimi anni della sua istituzione, seguendo il suo sogno di diventare regista, ha potuto incontrare Alicata, Lizzani, Visconti e De Santis, e coltivare con loro una fede politica che poi lo ha portato a diventare un simbolo per noi tutti”. “Per la generazione di quel tempo – ha sottolineato Grasso – il cinema era uno strumento che poteva avere un’enorme influenza sulla società, era il linguaggio per parlare con le masse, dove far confluire le riflessioni sulla necessità e la volontà di rinnovamento sociale. Ancora oggi il cinema rimane un faro che può illuminare l’attenzione del pubblico, uno strumento unico e straordinario per dire quel qualcosa che hai in mente, come si è espresso ‘sinteticamente’  Ettore Scola qualche giorno fa alla Festa del cinema di Roma”. Il presidente Grasso ha affermato che “la qualità dei risultati che questa Scuola ha prodotto è testimoniata dall’interesse e dall’apprezzamento che circonda dovunque il nostro cinema, spesso purtroppo più all’estero che nel nostro paese. Una qualità che nasce dalla passione nell’inventare, nel rappresentare vicende collettive e individuali, emozioni e sentimenti”. “L’incredibile vitalità che il cinema italiano sta dimostrando in questo momento – ha proseguito – si coniuga in maniera straordinaria con un’interazione generazionale, un legame che si è creato e che è ben visibile nel linguaggio cinematografico dei giovani registi, che lavorano in Italia e all’estero, dove è possibile scorgere chiari riferimenti e citazioni che rendono omaggio ai grandi maestri del dopoguerra”. Per la seconda carica dello Stato “c’è molto da fare ancora per riprendere quella centralità nell’immaginario cinematografico mondiale che abbiamo avuto decenni fa, e molto dipenderà dal tipo di politiche culturali che si adotteranno nei prossimi anni per sostenere il cinema italiano sia in Italia che all’estero, sia nella fase produttiva che in quella distributiva”. “Proprio in questi giorni – ha evidenziato – è iniziata la discussione di una Legge quadro in materia nella VII commissione del Senato con le audizioni dei rappresentanti e degli esperti del settore”. Grasso ha concluso ringraziando quanti “in questi 80 anni hanno contribuito con il loro lavoro e la loro passione alla crescita di una scuola che, attraverso i decenni, ha saputo interpretare, dare voce all’espressione artistica e ai mutamenti sociali della nostra società”.

Cr. P.
22 Ottobre 2015

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