Olmi e il cardinal Martini

In un'intervista a Tv2000 il regista parla del suo nuovo lavoro, dedicato a un uomo di Chiesa che sentiva il disagio dell'istituzione religiosa


“Sto lavorando a un film sul cardinal Martini che sentiva il disagio di una Chiesa non al passo coi tempi, indietro di 200 anni, se non di 400, diceva lui. Una Chiesa bisognosa di una messa a punto. Perché le istituzioni religiose sono troppo spesso più indietro dei fedeli”. Lo ha detto il regista Ermanno Olmi a Soul, il programma-intervista di Tv2000 condotto da Monica Mondo in onda sabato 30 aprile e domenica 1° maggio alle 12.15 e alle 20.30, ripercorrendo alcuni episodi della sua vita privata e professionale. “Martini – ha osservato Olmi – negli ultimi istanti della sua vita ha avuto il coraggio di esprimere il dubbio”.  Il film, che si intitolerà L’uomo e gli uomini e sarà prodotto da Istituto Luce Cinecittà, si muove tra interviste e filmati d’archivio, in un percorso pubblico e personale che tocca l’ideale di giustizia e il comandamento fondamentale del diritto alla dignità di tutti gli uomini.  

“La mia malattia? – ha proseguito Olmi – E’ pesante, tante volte mi tocca contare i mali che mi sono capitati, uno ad uno ma questa mia parte di sofferenza mi fa capire quale sia la sofferenza di quell’altro che ha problemi ben più gravi dei miei. Prendersela con Dio? No”.

Figlio di un ferroviere e di una contadina Ermanno Olmi non ha mai scordato le origini e nella lunga intervista a Tv2000 ha ricordato così il padre: “Quando mio padre è morto avevo 13 anni. Era un sano socialista come lo erano i ferrovieri di quel tempo che rappresentavano il progresso con giustizia. Io lo ricordo nei due anni che rimase senza lavoro perché non aveva mai voluto iscriversi al partito fascista. Allora quando si andava a cercare lavoro ti chiedevano la tessera del partito. E mio padre è stato due anni senza lavorare, tanto che ricordo mia madre che gli diceva ‘ma ti rendi conto, che per una tua idea’. Non era una sua idea bizzarra, era un ideale di dignità”.

“Non ho mai incontrato Papa Wojtyla – ha aggiunto Olmi – Quando ho diretto il Giubileo per esempio stavo dentro un pullman della televisione. Ho incontrato, non da Papa, Roncalli. Poi Montini. E il nostro Papa pianista dimissionario, Benedetto. Lui era felice quando suonava, anzi, è felice tutt’ora”. 

Cr. P.
29 Aprile 2016

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