“E’ una storia sulla necessità di abbracciare e diversità – spiega il regista in conferenza stampa – e anche in un certo senso una storia d’amore, che narra l’amicizia tra la bambina e il gigante come se fosse un rapporto nipotina/nonno. Adottivo, in questo caso, un altro tema importante. Mi sono ispirato a due persone che conosceva mio nonno, un reduce di guerra e un giardiniere del Kent e a loro ho pensato. Sono tempi bui in cui vale la pena provare a sognare. Ho girato molto in Inghilterra negli anni ’80 ed è diventata una seconda casa per me, quindi non ho avuto problemi a entrare in quell’atmosfera. Ho voluto che la Regina avesse più carattere decisionale rispetto alla versione di Dahl, del resto le dinamiche di un libro e quelle di un film sono differenti. Non ho fatto altro che immaginare me stesso mentre leggevo ai miei bambini il romanzo interpretandolo e trasformandomi io stesso nel Gigante gentile”.
Glissa invece sul presuno anti-semitismo del romanziere: “Non sapevo che avesse questo genere di sentimenti, ma non mi interessava. Erano le sue storie a interessarmi dunque non mi sono dovuto proprio porre il problema. Sono in ottimi rapporti con la sua famiglia, così come con la sceneggiatrice Melissa Mathison con cui avevo lavorato per E.T. , che ebbe la sua première proprio qui a Cannes.Tutto ha contribuito alla riuscita del film”.
Rylance tornerà a lavorare con Spielberg nel prossimo film Ready Player One: “Lo conosco ormai – dice Spielberg dell’attore – sono fortunato a conoscerlo e ancora di più a essere suo amico. Lo rispetto ed è uno dei pochi elementi del mio lavoro che rientra anche nella mia vita”.
Nel cast anche Rebecca Hall e la piccola Ruby Barnhill.
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