Sonia Bergamasco: “Resterò al Lido per vedere tutti i film”

Attrice sofisticata, capace di spaziare da Carmelo Bene a Quo vado?, la madrina della 73ma edizione della Mostra si dichiara cinefila ma non onnivora


VENEZIA – Confessa di essere particolarmente emozionata perché incontrerà artisti che ammira moltissimo, a partire dalla giurata Laurie Anderson e dal presidente della giuria Sam Mendes. L’attrice Sonia Bergamasco è la madrina della 73ma Mostra del Cinema di Venezia che si inaugura domani in tono morigerato per rispetto verso le vittime del terremoto (annullata la cena sulla spiaggia dell’Excelsior). Una madrina cinquantenne – non capita così spesso – dalla bellezza sofisticata e “intelligente” chiamata a fare gli onori di casa insieme al presidente della Biennale, Paolo Baratta, e al direttore della mostra, Alberto Barbera. “Mi avvicino con grande emozione alla Mostra – ha dichiarato l’attrice – e con il desiderio di accogliere tutti gli ospiti e il pubblico che domani arriveranno per l’apertura. Ma anche con il desiderio di vivere il festival con tutto quello che offre, perché il programma è veramente molto ricco”. Considerata un’attrice molto versatile, che ha spaziato dal teatro di Giorgio Strehler e Carmelo Bene al cinema dei grandi maestri come Giuseppe e Bernardo Bertolucci e Liliana Cavani, ma che recentemente ha fatto un bagno di popolarità in un ruolo comico accanto a Checco Zalone (era la rigida e inflessibile capufficio di Quo vado?), passando per la fiction di Montalbano, da spettatrice la signora Gifuni si definisce “curiosa ma non onnivora”. E proprio per godersi i film, rimarrà in laguna per tutto il periodo del festival, fino alla cerimonia di chiusura e di consegna del Leone d’Oro, che tornerà a condurre sul palco della Sala Grande. 

Non manca un pensiero rivolto alle vittime del sisma che ha colpito il Centro Italia. ”E’ chiaro che il clima è questo, come possiamo far finta di niente? E domani sera cercherò di esprimere tutta la nostra vicinanza, non sarà una serata come un’altra. La Biennale ha dato una risposta immediata con l’annullamento della cena e sta preparando gesti concreti di solidarietà ma Venezia 73 resta la festa del cinema mondiale che non dimenticherà un pensiero per il dramma del sisma”.

Nata a Milano, diplomata al Conservatorio in pianoforte, con Giorgio Strehler ha iniziato la sua carriera di attrice e il 21 marzo debutterà alla regia in una nuova produzione del Piccolo di cui sarà solo regista e non interprete. Il testo è Louise e Renée che Stefano Massini ha liberamente tratto dalle “Memorie di due giovani spose” (1842), unico romanzo epistolare di Balzac e le protagoniste sono Isabella Ragonese e Federica Fracassi.

Cr. P.
30 Agosto 2016

Venezia 73

Venezia 73

Microcinema distribuirà ‘The Woman who Left’

Sarà Microcinema a distribuire nelle sale italiane il film Leone d'Oro 2016, The woman who left, nuovo capolavoro di Lav Diaz. La pellicola, che nonostante il massimo riconoscimento al Lido non aveva ancora distribuzione e che si temeva restasse appannaggio soltanto dei cinefili che l'hanno apprezzata alla 73esima Mostra di Venezia, sarà quindi visibile a tutti, permettendo così agli spettatori del nostro Paese di ammirare per la prima volta un'opera del maestro filippino sul grande schermo

Venezia 73

Future Film Festival Digital Award 2016 a Arrival

Il film di Denis Villeneuve segnalato dalla giuria di critici e giornalisti come il migliore per l'uso degli effetti speciali. Una menzione è andata a Voyage of Time di Terrence Malick per l'uso del digitale originale e privo di referenti

Venezia 73

Barbera: “Liberami? E’ come l’Esorcista, ma senza effetti speciali”

Il direttore della Mostra commenta i premi della 73ma edizione. In una stagione non felice per il cinema italiano, si conferma la vitalità del documentario con il premio di Orizzonti a Liberami. E sulla durata monstre del Leone d'oro The Woman Who Left: "Vorrà dire che si andrà a cercare il suo pubblico sulle piattaforme tv"

Venezia 73

Liberami: allegoria del mondo moderno

Anche se l’Italia è rimasta a bocca asciutta in termini di premi ‘grossi’, portiamo a casa con soddisfazione il premio Orizzonti a Liberami di Federica Di Giacomo, curiosa indagine antropologica sugli esorcismi nel Sud Italia. Qualcuno ha chiesto al presidente Guédiguian se per caso il fatto di non conoscere l’italiano e non aver colto tutte le sfumature grottesche del film possa aver influenzato il giudizio finale: “Ma io lo parlo l’italiano – risponde il Presidente, in italiano, e poi continua, nella sua lingua – il film è un’allegoria di quello che succede nella nostra società". Mentre su Lav Diaz dice Sam Mendes: "non abbiamo pensato alla distribuzione, solo al film. Speriamo che premiarlo contribuisca a incoraggiare il pubblico"


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