Fassbender-Vikander, galeotto fu il faro

In sala l'8 marzo La luce sugli oceani con la coppia (anche nel vita) impegnata in un mèlo sentimentale ambientato dopo la fine della prima guerra mondiale


VENEZIA – Giovanissime fans in agguato per Michael Fassbender, l’altro bello dopo Ryan Gosling (purtroppo per le suddette fans assente dal Lido) in questa edizione della Mostra che ha riportato in auge lo star watching magari nella speranza di farsi un selfie. Impossibile con l’attore tedesco-irlandese, che non vuole essere fotografato. Al Lido è apparso insieme alla compagna Alicia Vikander, coprotagonista del mèlo sentimentale The Light Between Oceans. Il regista è Derek Cianfrance, lo stesso di Blue Valentine, interpretato proprio da Gosling, un film che gli ha fruttato la fiducia di Steven Spielberg, produttore di questo kolossal amoroso. Ispirato a un romanzo di M.L. Stedman, pubblicato in Italia da Garzanti, The Light Between Oceans è ambientato subito dopo la fine della prima guerra mondiale. Fassbender, in versione baffuta, è Tom, un veterano devastato da quello che ha visto e compiuto sul fronte occidentale. Decide quindi di offrirsi volontario per il posto di guardiano del faro su una sperduta isola australiana a cavallo tra due oceani, che si chiama Janus proprio come Giano, il dio bifronte. Un paradiso terrestre ma anche un estremo lembo di terra battuto da tempeste violentissime (il precedente guardiano lì ha già perso la ragione). Eppure sull’isola accetta di seguirlo Isabel (Alicia Vikander), una ragazza di buona famiglia che si è innamorata di lui al primo sguardo. La coppia cerca invano di avere un figlio, finché le correnti non spingono sulla riva una barchetta alla deriva su cui si trovano un uomo ormai cadavere e una neonata, che Isabel vuole a tutti i costi adottare, facendo finta che sia sua e tacendo quindi alle autorità del ritrovamento. Ma la vera madre della piccola (Rachel Weisz) uscirà fuori al momento meno opportuno.

Mega produzione con la fotografia di Adam Arkapaw e la colonna sonora di Alexandre Desplat, il film, pur ben diretto e scorrevole, sembra mancare di profondità nella resa dei personaggi che risultano un po’ meccanici e prevedibili mentre il tema dell’odio verso il nemico, un sottotesto interessante legato al primo conflitto mondiale e alla rivalità con i tedeschi, non viene esplorato fino in fondo. Ma poco importa: l’attenzione del pubblico è tutta concentrata sui due attori, che proprio durante le lunghe settimane trascorse sull’isola tra l’Australia la Nuova Zelanda – dove hanno passato anche un mese completamente da soli – si sono messi insieme davvero. “Sapevo di questo progetto, sapevo che Michael era un grande attore e volevo provare a fare questo film, ero nervosa ma volevo farlo”, dice la svedese arrivata all’Oscar per The Danish Girl. E Fassbender, tra i migliori interpreti della sua generazione con titoli come Shame, 12 anni schiavo e Steve Jobs al suo attivo, racconta: “Ero terrorizzato da Alicia, era così fiera di aver ottenuto la parte ma così affamata. Conosco quella sensazione, all’inizio della carriera l’ho provata anche io, sai di avere una grande opportunità per uscire dall’ombra e ti impegni al massimo. Mi provocava sul set, questa fame ti fa andare avanti e io dovevo essere alla sua altezza, presente almeno quanto lei”. Il film, distribuito da Eagle, uscirà in sala l’8 marzo. Alicia presto la vedremo nei panni della nuova Lara Croft in Tomb Rider, mentre Michael sarà protagonista di Assassin’s Creed

Fassbender parla del metodo di Cianfrance: “Derek ti spinge a superarti chiedendoti sempre di più. Credi di aver raggiunto qualcosa e lui ti fa stare un’altra mezz’ora sulla scena”. Alicia si sofferma sulle gravidanze interrotte: “Isabel, che ha un fortissimo desiderio di maternità, sperimenta questi aborti spontanei. E’ un argomento di cui non si parla molto ma l’esperienza è comune a molte donne, è un trauma che in tante devono affrontare”. E prosegue: “Non sono madre, ma penso di volere un bambino in futuro. Credo sia uno dei misteri più grandi quello della maternità. Immagino sempre di avere una famiglia un giorno”.

Il cuore del film, secondo i due attori, è la necessità del perdono, che domina la seconda parte della vicenda, molto cupa. “Il peso di una decisione sbagliata ha un effetto dirompente – spiega Fassbender – e così la storia diventa una battaglia per la verità. Tom è infinitamente morale, sa cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ho amato moltissimo questo personaggio, mi sembrava un uomo del passato forte, leale, coraggioso e allo stesso tempo generoso, capace di fare scelte forti per amore pur sapendo che sono sbagliate attirato dalla vitalità della sua donna che lo aveva fatto rinascere dopo la guerra. Per questo The Light Between Oceans più che una storia d’amore è un film sulla vita, sul perdonare e saper guardare avanti. Attraverso il personaggio di Isabel riscopriamo una volta di più una delle cose più stupefacenti dell’essere umano ossia la sua positività nonostante quello che ci capita”. E c’è anche, secondo lui, un riferimento lontano allo scenario attuale delle migrazioni: “Oggi vediamo tanti migranti morire in mare e vediamo le persone reagire con pregiudizio nei confronti di chi riesce ad arrivare”. 

01 Settembre 2016

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