Il mondo politico sul via libera al Ddl Cinema

Commenti di: senatrice PD Rosa Maria Di Giorgi, Francesco Giro (Forza Italia), senatrici M5S della Commissione Cultura, sottosegretario ai Beni culturali Antimo Cesaro, senatrice SI Alessia Petraglia


“Il Senato della Repubblica ha approvato la legge quadro di sistema del Cinema, 51 anni dopo la riforma del 1965. Da allora si sono susseguite solo una serie di singole modifiche, spesso disomogenee. Oggi invece c’è una riorganizzazione di tutto il comparto, ispirato a criteri di innovazione, efficienza e merito”. Così la senatrice del Pd Rosa Maria Di Giorgi, relatrice a Palazzo Madama del Ddl Cinema.
“Abbiamo dato una risposta concreta all’intera categoria. Il nostro è stato un lavoro complesso, fatto di ascolto, elaborazione e confronto con tutte le categorie della filiera cinematografica. Abbiamo audito 33 tra Associazioni, Fondazioni e Società che appartengono all’industria Cinema. L’obiettivo della legge è anche quello di restituire agli investimenti pubblici una valenza culturale e sociale, per valorizzare il cinema di qualità. La legge prevede il raddoppio del fondo cinema che passa dagli attuali 200 milioni a 400 milioni di euro e l’investimento per il Tax Credit passa dagli attuali 150 milioni a circa 260. Inoltre la riforma ha stanziato finanziamenti dedicati alla formazione dei giovani. Gli interventi saranno di circa 12 milioni l’anno (il 3% del fondo cinema) per una adeguata formazione degli insegnanti, che avranno il compito di educare i professionisti e il pubblico del futuro del futuro. Sarà previsto anche un piano straordinario per riaprire le sale cinematografiche con 120 milioni di euro a fondo perduto nei prossimi 5 anni, con particolare attenzione ai comuni con meno di 15mila abitanti. Per noi il Cinema è insieme un importante asset culturale e un fondamentale traino economico per il paese”.
Il Ddl inoltre – conclude la senatrice Di Giorgi – metterà a disposizione un tax credit del 40% per le produzioni estere che scelgono il nostro paese per girare film. Dunque turismo culturale, economia e formazione del pubblico sono al centro di una riforma a tutto tondo per rilanciare l’arte del Cinema seguendo la tradizione dei nostri grandi registi e autori”.

“Forza Italia ha votato sì alla nuova legge sul cinema e l’audiovisivo perché rappresenta un primo passo verso un sistema più moderno, internazionale e vicino ad una logica industriale. Oggi il cinema è un’industria dove la qualità e la creatività possono essere il motore propulsore”. Lo afferma in una nota il senatore di Forza Italia, Francesco Giro, membro della commissione cultura di Palazzo Madama.
“Si poteva fare di più – continua Giro – ma il Governo e la sua maggioranza non hanno voluto creare il Centro nazionale per il cinema e l’audiovisivo che potesse gestire in autonomia un settore che resterà ancora sotto l’occhio vigile dello Stato. La priorità ora è spendere bene i tanti soldi, 400 milioni, messi a disposizione del cinema italiano. Noi continueremo a fare la nostra parte con concretezza e spirito costruttivo monitorando da vicino l’applicazione della nuova normativa quando verrà definitivamente approvata dalle due Camere”, conclude Giro.

”Questo testo di legge è un film già visto, con un copione che si sussegue negli anni e che rischia di naufragare se non troverà seguito nei decreti attuativi, è una norma con cui si fa l’ennesimo regalo ai big, che hanno nomi e cognomi e anche delle filiazioni familiari all’interno di questo Governo. Non resta che auspicare che nel passaggio alla Camera ci sia più ascolto da parte dell’esecutivo”. Così le senatrici M5S della Commissione Cultura definiscono il Ddl Cinema, annunciando il loro voto di astensione.
”Le criticità del testo sono tante – spiegano – ma il primo limite è dato dal fatto che l’applicazione di qualsiasi norma è demandata a decreti attuativi senza che però sia previsto un termine entro quali emanarli, con il rischio che tutto si concluda in un nulla di fatto. E questo vale anche per il riparto del fondo per il cinema e l’audiovisivo appena istituito. In sostanza siamo davanti a una delega mascherata che non fa altro che rimandare ad un futuro incerto aspetti cruciali del provvedimento. Il rischio che corriamo è quello già visto con i decreti attuativi che dovevano rendere operativa la modifica del tax credit per gli investitori esterni al settore, prevista nella legge di stabilità 2016 approvata lo scorso anno: i decreti erano attesi per il 1° aprile e ad oggi non ce n’è traccia, con la conseguente paralisi di tutti gli investimenti esterni al settore”.
”Infine – concludono – il timore è che questo disegno di legge finisca per favorire i soliti big e blockbuster a discapito dei film di qualità e d’essai. Per questo resta grave il no all’emendamento del M5S in cui si chiedeva un correttivo al parametro della bigliettazione in base al numero delle sale in cui il film è stato distribuito e ai giorni di presenza in queste sale”.

“Il via libera giunto oggi dall’Aula del Senato al Ddl Cinema, con soli sei voti contrari e in attesa della definitiva approvazione a Montecitorio, dimostra come, anche nel diviso e spesso litigioso panorama parlamentare attuale, con il dialogo e il confronto si possano raggiungere risultati importanti nell’esclusivo interesse del Paese ed in particolare di un comparto artistico e industriale di enorme rilevanza quale il Cinema”. Lo afferma il sottosegretario ai Beni culturali e al Turismo, Antimo Cesaro, che in questi mesi ha seguito per conto del Governo l’iter deldisegno di legge prima in commissione Istruzione e Cultura e poi in Aula a Palazzo Madama.
“Il dibattito, anche deciso ma sempre proficuo con le opposizioni – prosegue Cesaro – ha apportato al disegno di legge utili emendamenti che ci consegnano oggi una Legge sul Cinema, attesa da decenni da tutti gli operatori del settore. Tra le altre, significative, novità, aumentano le risorse del fondo unico (da 200 a 400 milioni annui), aumenta il tax credit (+110 milioni), scompare la discrezionalità dei contributi in favore di automatismi e trasparenza, vengono stanziate risorse (100 milioni) per il recupero delle sale storiche e l’apertura di nuove, aumentano le risorse per il recupero delle pellicole storiche e per incentivare la creatività dei nostri giovani talenti”.
“A questa riforma strutturale – conclude Cesaro – si aggiungono gli sforzi per aumentare la fruizione dei cinema da parte dei cittadini, ad esempio con la promozione che, ogni secondo mercoledì del mese, consente l’ingresso a soli due euro. Il ministro Franceschini, insieme a tutto il Governo, dimostra con i fatti di credere nel Cinema quale industria culturale in grado di generare una crescita sociale, economica e d’immagine dell’Italia”.

“Da anni eravamo in attesa di una legge sul cinema ispirata al modello francese. Invece, in questo provvedimento, che non disegna alcuna prospettiva per il settore cinematografico, si evince un unico obiettivo: sovvenzionare un po’ di più tutti i grandi interessi, dai produttori di videogame alle fiction tv, a favore dei grandi e potenti e a danno dei piccoli, ancora una volta e come sempre”. Lo ha detto in Aula durante la dichiarazione di voto la senatrice di Sel-Sinistra Italiana Alessia Petraglia, annunciando il voto contrario al Ddl cinema.
“Il capitolo sulle modalità di finanziamento è infatti quello più inquietante. I contributi sono sostanzialmente appannaggio delle imprese già posizionate nel mercato. Per tradurre: le società forti e trainate dal mondo televisivo fanno la parte del leone e alla produzione indipendente, a quei film che spesso vincono i premi e si segnalano per la qualità, andrebbe il poco o nulla che avanza”.
“La legge per un settore così importante e rappresentativo come il cinema dovrebbe soprattutto occuparsi di cinema. Dovrebbe inoltre comprendere, sulla scia della storia passata e recente della nostra cinematografia, che qualità, creatività ed innovazione sono il capitale culturale su cui investire. Governo e maggioranza si sono smentiti ancora una volta con annunci e spot non all’altezza dei contenuti”.

“Il rafforzamento del sostegno al cinema e all’audiovisivo è affiancato da un intervento di incentivi per chi ristruttura e investe in nuovi cinema. Aumenterà il numero degli schermi e la qualità delle sale coinvolgendo un numero molto più ampio di spettatori soprattutto a favore del cinema italiano. Per questo viene previsto un Piano straordinario fino a 100 milioni di euro in cinque anni per riattivare le sale chiuse e aprirne di nuove”. E’ quanto ha detto il senatore del Pd Roberto Ruta nel corso di una conferenza stampa a Campobasso per presentare il Ddl Cinema approvato dal Senato.
Ruta si è soffermato in particolare su un suo emendamento che prevede incentivi rafforzati per la riattivazione di sale chiuse o dismesse presenti nei piccoli comuni (meno di 15mila abitanti) ovvero per la creazione di nuove sale. “E’ un sostegno forte e concreto per gli operatori delle piccole sale cinematografiche – ha evidenziato – al fine di contrastare la desertificazione a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni. L’obiettivo dell’emendamento approvato è quello di creare nelle migliaia di piccoli comuni le condizioni per i tanti ‘Nuovi Cinema Paradiso’, di riaprire, restaurando le sale, spesso allocate in edifici di grande valore architettonico e storico, riaccogliendo così nuovi spettatori”.

ssr
07 Ottobre 2016

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