C’era una volta l’Italia di Steno

In occasione del centenario della nascita dello sceneggiatore e regista, ma anche disegnatore e scrittore, Stefano Vanzina, la GNAM di Roma ospita dall'11 aprile al 5 giugno una grande mostra


In occasione del centenario (19 gennaio 2017) della nascita dello sceneggiatore e regista, ma anche disegnatore e scrittore, Stefano Vanzina, in arte Steno, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ospiterà dal 12aprile al 5 giugno una grande mostra monografica, “Steno, l’arte di far ridere – C’era una volta l’Italia di Steno. E c’è ancora” a cura di Marco Dionisi e Nevio De Pascalis, prodotta da Show Eventi in collaborazione con CityFest e con il sostegno SIAE. ”Si potranno conoscere le due anime di nostro padre – spiega Carlo Vanzina – Era un regista molto popolare, amato dal pubblico ma anche un fine intellettuale e un grande scrittore”.

Grazie al materiale di famiglia – in accordo con i figli Enrico e Carlo Vanzina – e con la collaborazione degli archivi Studio EL Cinecittà, Latitudine, viene ricostruita la storia professionale e privata del regista di film come Un americano a Roma, Guardie e ladri, Febbre da cavallo, Totò cerca casa, Un giorno in pretura. Un percorso – dall’infanzia fino all’ultima opera cinematografica del 1988 – fatto di fotografie, cimeli, carteggi, testimonianze dei tanti attori con i quali ha lavorato: Totò, Aldo Fabrizi, la coppia Tognazzi-Vianello, Alberto Sordi, Vittorio De Sica,Gigi Proietti, Mariangela Melato, Monica Vitti.
Tra i documenti esposti vi sarà anche il “Diario futile”, un album di ritagli, foto, vignette, appunti, collage dissacranti realizzato dal regista, tra il 1941 e il 1943, prendendo spunto dalla guerra e dal regime fascista. 

La mostra è strutturata in due sezioni: la prima, cronologica, tratterà l’infanzia e la formazione con i suoi esordi professionali nelle riviste, in radio e nel teatro di avanspettacolo contestuali all’attività di sceneggiatore e di regista. La seconda, tematica, analizzerà temi legati alla figura di Steno tanto nel campo professionale quanto in quello privato: rapporti con la censura, sodalizi con attori e collaboratori, la famiglia e l’attività di scrittore.
”Mio nonno morì presto, e mia nonna la contessa Giulia Boggio, che era un po’ sciagurata e giocava al casinò, viveva con papà di stenti. A un certo punto decise di affidarlo a una zia e lui iniziò a prendersi cura di se stesso giovanissimo.Prese la licenza liceale al Mamiani, si iscrisse a legge, ed inoltre frequentava il Centro Sperimentale, l’Accademia D’Arte e lavorava al Marc’Aurelio. A 19 anni era già sceneggiatore per Mattoli… altri tempi – racconta Enrico Vanzina – Andava a lavorare in giacca e cravatta, era un uomo con i piedi per terra, ci ha insegnato tanto: essere seri in questo lavoro, anche perché i successi passano e che l’unico vero interlocutore è il pubblico”,

Farm Studio Factory, assieme a 39Films, produrrà il documentario Steno per la regia di Alberto Fabi, coautore con Marco Dionisi.
Durante tutta l’esposizione sono previsti incontri aperti al pubblico e/o destinati a scuole, proiezioni di film e documentari legati a Steno. Media partner della mostra sarà Ciak Magazine. Sarà inoltre realizzato un volume monografico che seguirà il percorso della mostra con testi autoprodotti dai curatori e fotografie di famiglia e d’archivio.


ssr
18 Gennaio 2017

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