La Cineteca del Friuli festeggia i 40 anni

Un'avventura cominciata fra le macerie del terremoto del 1976 che sarà ricordata il 26 febbraio con la proiezione al Cinema Sociale di Gemona di alcuni corti, una comica e cartoon degli anni '20 e '30


I 40 anni della Cineteca del Friuli – un’avventura cominciata fra le macerie del terremoto del 1976 che distrusse Gemona e buona parte dell’Alto Friuli – saranno festeggiati domenica 26 febbraio con la proiezione al Cinema Sociale di Gemona di alcuni cortometraggi, una comica e cartoni animati degli anni ’20 e ’30 allora introvabili e invisibili, portati in Friuli nel 1977 dalla Cineteca Griffith e proiettati nelle baraccopoli e nelle scuole dei paesi più colpiti dal sisma.

Completano la giornata le visite guidate alla sede di Palazzo Gurisatti, dove si trovano la biblioteca di 25mila volumi e la videoteca con 30mila titoli, e all’Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia. In questo moderno deposito climatizzato, realizzato nel 2008 con un finanziamento regionale, sono conservate oltre 18mila pellicole e dal 2014 è attivo il laboratorio digitale con uno scanner di ultima generazione per la digitalizzazione di film a 16 e a 35mm e lettori per l’acquisizione di materiali su nastro magnetico: strumenti che hanno aperto nuove prospettive nell’attività di conservazione e diffusione dei materiali.

Nel corso di tutto il 2017 saranno organizzati nelle sale del Friuli Venezia Giulia incontri e proiezioni di alcuni dei tesori conservati dalla Cineteca.

Tutto cominciò il 26 febbraio 1977, quando 7 giovani cinefili gemonesi – Giuliana Fabiani, Renato Gennaro, Livio Jacob, Paolo Jacob, Piera Patat, Flavio Rossi e Maria Sangoi – firmarono l’atto costitutivo del cineclub Cinepopolare, che sarebbe presto diventato La Cineteca del Friuli.
Il cineclub aveva l’ambizioso obiettivo di restituire una sala cinematografica alla città. Si organizzò una raccolta fondi fra i visitatori del distrutto centro storico, si diffuse un appello via stampa (Tullio Kezich ed Ettore Scola furono fra i primi a rispondere) e agli Incontri Cinematografici di Monticelli Terme che si tenevano a primavera Piera Patat lesse un comunicato che si concludeva con una richiesta di sottoscrizione.
I pochi milioni di lire messi insieme non erano sufficienti alla costruzione di un cinema ma, grazie ai consigli di Angelo Humouda (il fondatore e allora direttore della Cineteca Griffith di Genova, presente a Monticelli, era arrivato in Friuli nell’estate del 1977 armato di cento pellicole, schermo e proiettore per le proiezioni nelle baraccopoli), la somma fu utilmente impiegata nell’acquisto sul mercato americano di una serie di film delle origini (fratelli Lumière, Méliès, Edwin S. Porter, Thomas A. Edison, D.W. Griffith, Mack Sennett, Max Linder, André Deed, Ferdinand Guillaume), con i quali si organizzarono proiezioni e lezioni di storia del cinema nelle scuole, gettando così le basi della Cineteca
Con quelle prime pellicole, nel 1982 fu organizzata a Pordenone, in collaborazione con Cinemazero, la retrospettiva sul comico francese MaxLinder che sarebbe diventata la prima edizione delle Giornate del Cinema Muto, oggi internazionalmente conosciute.

Negli anni, la Cineteca del Friuli è cresciuta divenendo una delle cinque maggiori cineteche italiane, aderente all’Associazione delle Cineteche Europee (ACE) e alla Federazione Internazionale degli Archivi del Film (FIAF).

ssr
21 Febbraio 2017

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