Castellitto e Zambrano a “Un Certain Regard”

Due gli italiani tra i titoli di Un Certain Regard a Cannes 70: l'ultimo film di Sergio Castellitto, Fortunata, che racconta la storia di una giovane madre (Jasmine Trinca) con un matrimonio fallito a


Due gli italiani tra i titoli selezionati per “Un Certain Regard” a Cannes 70: l’ultimo film di Sergio Castellitto, Fortunata, e Dopo la guerra di Annarita Zambrano. Fortunata, prodotto da Indigo Film in associazione con HT Film e distribuito in Italia da Universal Pictures, è un film scritto da Margaret Mazzantini che racconta la storia di una giovane madre, interpretata da Jasmine Trinca, con un matrimonio fallito alle spalle e che quotidianamente combatte per conquistare il suo sogno: aprire un negozio di parrucchiera. Una donna che fa del proprio meglio per essere una buona madre nonostante il rapporto difficile con il su ex-marito, e a cui un nuovo amore cambierà la vita, accendendo nuove speranze e una nuova possibilità di essere felice. Nel cast anche Stefano Accorsi, Alessandro Borghi, Edoardo Pesce e Hanna Schygulla. “Fortunata è un aggettivo qualificativo femminile singolare, ma è anche il nome di una donna, e soprattutto un destino. E non è detto che quel destino uno se lo meriti. Ci sono uomini in questa storia che non sono d’accordo sulla felicità di Fortunata. Vedremo”, sottolinea Castellitto che torna a Cannes da regista per la seconda volta dopo Non ti muovere, presentato sempre a Un Certain Regard nel 2004.  

Dopo la guerra (Après la guerre)
, il nuovo film di
Annarita Zambrano, già in concorso a Cannes nel 2013 con il suo corto Ophelia, è una coproduzione Francia/Italia ambientata tra la regione delle Landes e Bologna, un affresco corale che tocca una delle pagine più buie della recente storia italiana. In seguito all’omicidio di un professore universitario in un agguato terrorista, l’Italia chiede l’estradizione di Marco (Giuseppe Battiston), ex-militante di estrema sinistra condannato all’ergastolo e rifugiato in Francia grazie alla dottrina Mitterrand, ora accusato di essere uno dei ‘cervelli’ dell’attentato. Ha inizio, così, la lunga fuga di Marco, assieme a sua figlia Viola (Charlotte Cetaire), che si trasforma ben presto in una guerra mediatica fatta di lettere e interviste. L’arroganza di Marco, che lo porta a difendersi ad ogni costo, trascinerà nel fango tutta la sua famiglia rimasta in Italia – sua sorella Anna (Barbora Boboulova), professoressa di italiano in un liceo “bene” bolognese, il cognato Riccardo (Fabrizio Ferracane), giudice penale in ascesa, Bianca (Carolina Lanzoni), la loro figlia di 10 anni e la madre Teresa (Elisabetta Piccolomini). Tutti, innocenti, si ritroveranno a pagare per le colpe passate di Marco senza capirne il perché. Ciò che ne esce è l’affresco umano e politico di una famiglia inciampata nella storia, costretta ad affrontare la responsabilità dei vincoli di sangue e la violenza di un paese che non può – e non vuole – dimenticare o perdonare.

Annarita Zambrano, diplomata al Dams dell’Università Roma Tre, vive e lavora tra l’Italia e Parigi. Tra i suoi lavori, oltre a Ophelia, da citare Tre ore, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs nel 2010, A la lune montante, che era alla Mostra di Venezia nel 2009; Andante mezzo forte, presentato alla Berlinale nel 2008. Nel 2014 ha diretto il documentario L’anima del Gattopardo.

 

Carmen Diotaiuti
13 Aprile 2017

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