Italiani al Tribeca, da Corsicato al pugile di Sambà

Al festival newyorchese, in corso fino al 30 aprile, il documentario su Julian Schnabel del regista napoletano, un corto su Franca Viola e un film domenicano interpretato da Ettore D'Alessandro


Un film dominicano ma con un cuore italiano, Sambà di Laura Amelia Guzmán e Israel Cárdenas con l’italiano Ettore d’Alessandro come sceneggiatore e co-protagonista, è al prestigioso Tribeca Film Festival di New York (fino al 30 aprile) nella categoria narrativa internazionale. Il film racconta la parabola di Francisco “Cisco” Carrillo, tornato in patria nella Repubblica Dominicana dopo 15 anni di carcere negli Usa. Dietro le sbarre, “Cisco” ha imparato a fare a botte, ma è solo dopo che l’italiano Nichi Valente, lui stesso una ex promessa del pugilato, ne scopre l’innato talento, che la vita dei due comincia a riprendere senso. “Cisco” e Nichi hanno poco o nulla in comune, se non la voglia inconscia di avere “una seconda chance”. Nichi decide di allenare “Cisco”: per entrambi comincia un cammino di reciproca redenzione. “Usando la metafora della boxe ho voluto raccontare la mia vita”, spiega D’Alessandro, piemontese di Casale Monferrato, 42 anni. “C’è ovviamente nel film una componente sportiva, ma Sambà (la sacca di sabbia del punching ball in spagnolo) non è un nuovo Rocky perché di Rocky ce n’e’ già’ stato uno. Ma soprattutto perché non parla di vittorie. Non è importante vincere ma cercare di restare in piedi, e se poi cadi, cercare di rialzarti”.

Tre anni di lavoro, un budget di un milione e 600 mila dollari raccolti grazie alle nuove leggi dominicane di incentivi al cinema, 24 giorni sul set a Ciudad Nueva e un anno in post produzione, Sambà è interpretato da D’Alessandro nel ruolo di Nichi, da Algenis Pérez Soto e Laura Gomez e da due pugili professionisti ex campioni del mondo, Felix “Mangu” Valera e Joan Guzman, nelle scene del match finale. 

In questa edizione del Tribeca troviamo anche Julian Schnabel A Private Portrait di Pappi Corsicato, prodotto da Riccardo Scamarcio e Valeria Golino, in Special Screenings e Viola, Franca di Marta Savina, in Shorts: Postcards. 

Mentre Julian Schnabel sta preparando la sua retrospettiva alla fondazione Peter Brant in Connecticut, il suo amico Lou Reed muore e il dolore provocato da questo evento si ripercuote necessariamente nella via di Julian. Proprio questo momento di dolore diventa il fulcro centrale del documentario del napoletano Pappi Corsicato. Scavando nel passato dell’artista emergono le sue origini, gli inizi della sua carriera, la scena artistica della New York degli anni ’80, il suo desiderio di fare film ma anche le sue crisi come uomo e come artista. Tutti questi elementi vengono approfonditi attraverso video privati dell’artista e sull’artista, attraverso i racconti di Julian stesso e della sua famiglia, e attraverso la sua turbolenta relazione lavorativa con Mary Boone, la sua prima gallerista. Per cogliere la vera essenza di Schnabel, sono fondamentali le testimonianze dei suoi amici più cari come Al Pacino e Christopher Walken, Jeff Knoons e David La Chapelle

Il cortometraggio di Marta Savina ci porta ad Alcamo nel 1965. Franca Viola, appena 17enne, attira le attenzioni del giovane Filippo Melodia. Quando Franca lo rifiuta, l’ira di Filippo non tarda a scatenarsi e il ragazzo si prende con la forza quello che reputa di sua proprietà. Dimostrando un’incredibile forza e dignità, Franca reagisce alla violenza subita con un atto di ribellione che segnerà per sempre la storia Italiana, e aprirà la strada alla lotta per i diritti delle donne.

Cr. P.
24 Aprile 2017

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