Morta Elsa Martinelli. Star italiana nel mondo

Tra le attrici italiane più note a livello internazionale, scoperta da Kirk Douglas, aveva 82 anni. Vinse l'Orso d'argento a Berlino con Donatella di Monicelli


E’ morta Elsa Martinelli, tra le attrici italiane più note a livello internazionale. Aveva 82 anni. Nata a Grosseto il 30 gennaio del 1935, si trasferì con la famiglia nella Capitale dove venne notata dallo stilista Roberto Capucci, che la lanciò nel mondo della moda. Indossatrice conosciuta in tutto il mondo, debuttò al cinema negli anni ’50 con un film di Claude Autant-Lara (L’uomo e il diavolo, 1954) ma la notorietà giunse un anno dopo con il western Il cacciatore di indiani accanto a Kirk Douglas, che la scelse personalmente dopo aver visto una sua foto sulla rivista ‘Life’. Considerata l’Audrey Hepburn italiana a causa del suo fisico longilineo (all’epoca andavano di moda le maggiorate), non si impose solo per il suo aspetto esteriore: vinse l’Orso d’Argento come migliore attrice al Festival di Berlino nel 1956 grazie all’interpretazione nel film Donatella di Mario Monicelli. In seguito lavorò con i più importanti registi e attori del panorama internazionale. Con Mauro Bolognini girò La notte brava (1959); con Roger Vadim Il sangue e la rosa (1960); con John Wayne Hatari! di Howard Hawks (1962); con Robert Mitchum Il grande safari di Phil Karlson (1963); con Michel Piccoli La calda pelle di Jean Aurel (1965); con Orson Welles fece Il processo (1962), mentre con Elio Petri figura accanto a Marcello Mastroianni e Ursula Andress nel fantascientifico La decima vittima (1965).

Dagli anni ’70 dirada la sua attività, ma nel 1976 è tra i protagonisti de Il garofano rosso, tratto dall’omonimo romanzo di Elio Vittorini. Nel 1957 aveva sposato il conte Franco Mancinelli Scotti da cui avrebbe avuto la figlia Cristiana. L’unione dura una decina d’anni, al termine dei quali Elsa divorzia e nel 1968 sposa il fotografo Willy Rizzo. Nel 1971 conduce il Festival di Sanremo accanto a Carlo Giuffrè. Sempre per la televisione, nel 1986 compare nella serie di telefilm Atelier, per la regia di Vito Molinari e, dopo molti anni di assenza, riappare con un film dell’esordiente Eugene Levy, Sette criminali e un bassotto (1992), remake dell’indimenticabile Crimen di Mario Camerini. Ha raccontato molti aneddoti lei stessa nell’autobiografia “Sono come sono. Dalla Dolce vita e ritorno”, pubblicato da Rusconi nel 1995.

I funerali si svolgeranno a Roma, martedì 11 luglio alle 11 nella chiesa di S.Maria del Popolo. Su richiesta dei familiari la camera ardente sarà aperta al pubblico per l’intera giornata di oggi, lunedì 10 luglio, alla Casa del Cinema di Roma. Dalle ore 10 alle 18.30 gli amici e gli appassionati di cinema potranno salutarla in una giornata a lei dedicata con immagini, musiche e frammenti della sua lunga avventura nel cinema internazionale. 

Cr. P.
10 Luglio 2017

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