Nel suo prossimo film Maria Sole Tognazzi non racconterà solo le donne ma punterà il suo obiettivo su una storia di fratelli e, soprattutto, uscirà dall’Italia per una storia ambientata, in parte, anche in Scandinavia: l’anticipazione a Lampedusa in chiusura del’incontro dedicato al cinema delle donne promosso dalla rivista di Luce Cinecittà 8½ .
“Entro subito, tornando da Lampedusa, nella fase di scrittura ancora una volta con Francesca Marciano e Ivan Cotroneo” ha annunciato la regista che, pur non avendo in mente una storia segnata da riferimenti autobiografici ha parlato anche della sua famiglia, allargata e molto cinematografica, dopo aver riproposto al Vento del Nord il documentario Ritratto di mio padre, dedicato alla storia di Ugo ma anche di una stagione irripetibile del cinema italiano.
“È un film un po’ diverso, in cui racconto, per la prima volta, delle dinamiche familiari, affronto il tema della famiglia, un tema che non ho mai trattato nei miei film. Ho parlato di amicizia, di amore, di donne sole, di donne insieme ma mai di rapporti familiari – spiega Tognazzi – È un film con vari personaggi, io lo definisco un film un po’ scandinavo, nel senso che una parte del film sarà probabilmente ambientata in Norvegia. Io ho un fratello norvegese ed è un’idea che mi è venuta in mente proprio l’anno scorso quando sono andata al suo matrimonio. Tornando in quei luoghi mi è venuta in mente l’idea del nuovo film che spero di girare il prossimo anno e che sarà prodotto dalla Indigo”.
Nel dibattito, sul palco de Il Vento del Nord, un confronto sul ‘Femminile plurale’ del cinema italiano con Donatella Finocchiaro, che da regista ha tra l’altro firmato un documentario dedicato a Catania, ed è arrivata a Lampedusa protagonista del film di Francesco Bruni Tutto quello che vuoi che ha concluso la serata. All’incontro ha partecipato anche la regista francese di origine algerina Nadia Kibout che sarà tra l’altro nella prossima giuria di Migrarti, l’iniziativa promossa dal MiBACT per la quale Vento del Nord ha proposto ieri sera No borders di Haider Rashid, per la prima volta presentato in un luogo simbolo dell’immigrazione come Lampedusa .
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