Cinema in carcere con ‘Altri Sguardi’

La rassegna si svolgerà nel carcere di Rebibbia a Roma


VENEZIA – E’ stata presentata oggi all’Italian Pavilion, alla 74.ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica la prima edizione della rassegna cinematografica Altri Sguardi ideata e promossa da Ilaria Spada, Raffaella Mangini e Clementina Montezemolo con Laura Delli Colli e realizzata al carcere di Rebibbia a Roma.   

I film selezionati sono La ragazza del mondo di Marco Danieli, L’ora legale di Ficarra e Picone, Non è un paese per giovani di Giovanni Veronesi, Lasciati andare di Francesco Amato, Tutto quello che vuoi di Francesco Bruni, che affrontano temi come la ricerca dell’identità, l’importanza della legalità sulle ‘scorciatoie’ di comodo,  l’amicizia, i sogni da realizzare, l’importanza di non dimenticare i sentimenti, il rispetto dei più anziani. Per la sezione femminile ci sarà invece La pazza gioia di Virzì, come evento speciale richiesto dal direttore del carcere per raccontare il disagio femminile.

Tra le iniziative di found raising che l’Associazione Mètide intende promuovere d’intesa con la struttura penitenziaria di Rebibbia, c’è lo sportello per attività di counseling di gruppo e individuale, rivolto al personale di polizia penitenziaria, agli educatori e al personale amministrativo, che revede almeno un anno d’incontri di gruppo, l’effettiva efficacia dell’attività proposta sarà misurata attraverso test psicologici. Altri Sguardi è promossa da un gruppo di donne che tramite la loro associazione, intendono dare visibilità, attraverso il cinema e i media, anche a un progetto di charity con l’intento di dar vita a una riflessione sul reale per chi vive in uno straniamento che inevitabilmente allontana del mondo esterno. “Lavorare con il cinema in carcere – dice Delli Colli, giornalista e coordinatrice artistica del progetto – consente di aprire certamente una possibilità in più di dialogo, di empatia e di riflessione in uno scambio che ha in sè una valenza di ricostruzione evidente nel rapporto tra carcere e società. Come sempre il cinema, supportato dall’intervento dei suoi autori e protagonisti è una chiave di lettura ma anche un ottima possibilità per aprire un dialogo con il mondo esterno, in vista di un reinserimento o di una formazione anche solo a un miglior vissuto della socialità”.

“Penso che quest’occasione possa offrire a chi passa la vita in carcere uno scorcio importante su un mondo fantastico e allo stesso tempo su una realtà che solo il cinema e l’arte in generale hanno il potere di rappresentare – dice  Clementina Montezemolo, psicoterapeuta e consulente scientifica –È poi importante l’ascolto empatico e attento che il progetto prevede, qualcosa che manca a chi lavora all’interno di una realtà difficile come quella del carcere”.   

L’attrice Ilaria Spada è presidente e dell’associazione Mètide: “Abbiamo scelto il cinema come strumento di incontro, uno sguardo diverso per loro su di noi e per noi su di loro. Il carcere deve essere soprattutto rieducazione e questo è un modo per abbattere i muri che li tagliano fuori dalla società. Saranno impegnati intellettualmente così come lo sono manualmente con alcuni laboratori di arte, e sarà proprio uno di questi a generare il premio che consegneremo al vincitore”.

Raffaella Mangini Cofondatrice e amministratore di Métide è impegnata professionalmente nei rapporti con aziende e istituzioni per la Cairo Communication, il gruppo editoriale di cui fa parte l’emittente tv La 7. “La direttrice attuale del carcere è arrivata in un momento particolare e di grande tensione – spiega – perché da poco c’è stata un’evasione, creando parecchi disordini a livello di rapporti all’interno del carcere. Con queste iniziative speriamo di poter creare un altro tipo di evasione”.    

Andrea Guglielmino
05 Settembre 2017

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