Così Veleno denuncia le ecomafie che seminano morte

Girato nella zona tra Villa Literno e Baia Verde, Veleno, il film di Diego Olivares, presentato come evento di chiusura alla Settimana della Critica, sarà in sala dal 14 settembre con Altre Storie


VENEZIA – Girato nella zona tra Villa Literno e Baia Verde, Veleno, il film di Diego Olivares, presentato con successo come evento di chiusura alla Settimana della Critica, in sala dal 14 settembre con Altre Storie, è ispirato alla storia di Arcangelo Pagano, uno dei tanti contadini morti di cancro in quelle Terre dei fuochi contaminate e tossiche, che il regista definisce un ‘milite ignoto’. I roghi tossici sono oltre 1.000 l’anno secondo i dati della Prefettura di Napoli, i tumori maligni sono in aumento con 14 mila nuovi casi proprio tra la popolazione dell’area a nord di Napoli, per i disastri ambientali la Campania detiene il record di reati secondo i dati Ecomafia 2017 sono oltre 10 al giorno, il 14,7% del territorio nazionale. Un affare gestito da 86 clan di camorra. In questo scenario drammaticamente vero si racconta la storia di una coppia, Cosimo (Massimiliano Gallo) e Rosaria (Luisa Ranieri), contadini in quelle campagne avvelenate tra Napoli e Caserta. La discarica in cui il clan locale che nel giovane avvocato Rino (Salvatore Esposito) ha il suo volto presentabile persino alle elezioni, è proprio vicino al casale di Cosimo e Rosaria. I boss per ingrandirsi puntano al terreno della coppia, i due rifiutano ogni compromesso, nonostante le minacce, mentre il fratello di Cosimo e sua moglie (Gennaro Di Colandrea e Miriam Candurro) cedono sognando una vita tranquilla in un appartamento di città. A complicare una vita già sotto l’incubo della camorra ci si mette la malattia: un cancro aggressivo causato dal veleno che contamina bestiame, raccolti, acqua. Quel calvario di Cosimo e la determinazione di Rosaria ad andare avanti sono l’esempio delle contraddizioni di una terra abbandonata a se stessa, senza Stato come apertamente si denuncia.

Un film forte per una storia che volutamente i produttori Gaetano Di Vaio della Bronx Film e Gesco Gruppo di Imprese Sociali mettono in scena senza alcuna censura, senza paura di mostrare la realtà degli affari delle ecomafie. “In questo territorio c’è tanta gente che si oppone, che ha voglia di ribellarsi e ripartire come fa Rosaria-Luisa Ranieri”, dice Salvatore Esposito, il giovane talento conosciuto in tutto il mondo per la serie Gomorra, contattato per nuovi progetti in America e in Francia. “Lo Stato non c’è, da quando sono emersi gli scandali della Terra dei fuochi ormai 10 anni fa – aggiunge Olivares – niente è cambiato, controlli non ce ne sono. Noi stessi abbiamo girato in una vera discarica proprio a due passi dalla stazione Alta Velocità di Afragola”.

Luisa Ranieri, la donna coraggio di Veleno (da gennaio al cinema con Ferzan Ozpetek in Napoli velata), racconta l’emozione e la fatica di “lavorare in una casa vera di contadini in un contesto quotidiano di set privo di scenografie, molto reale, disagi inclusi. E’ stato un viaggio incredibile in un altro mondo, una bella storia di resistenza”.

Cr. P.
08 Settembre 2017

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