Fasulo e il mugnaio giustiziato per eresia dall’Inquisizione

Tra Udine e Trento Alberto Fasulo sta girando Menocchio, film in costume e ambientato nel Cinquecento, con un cast formato da non attori


“Ho voluto questo film perché è stato un pretesto per inseguire di nuovo il valore della verità in un momento in cui questo viene costantemente messo in discussione”. Così a Udine il regista Alberto Fasulo – Marc’Aurelio d’Oro per TIR alla Festa del Cinema di Roma 2013 – che ha sta dirigendo il suo nuovo film, Menocchio, prodotto da Nefertiti Film di San Vito al Tagliamento (Pordenone) con RaiCinema, e coprodotto da Hai-Hui Entertainment (Romania), con il sostegno di MiBACT, Fondo per l’Audiovisivo del FVG, React, Film Commission FVG, Trentino Film Commission, Centro Nazionale Romeno di cinematografia, e sviluppato con Eave Producers Workshop.
Più che sulla vicenda biografica di Domenico Scandella, detto Menocchio, diminutivo popolare di Domenico (1532-1599), mugnaio friulano di Montreale Valcellina processato e giustiziato per eresia dall’Inquisizione, la pellicola si concentra sul concetto della “verità e del coraggio di difenderla” che è poi il leit-motiv della storia, resa nota dallo storico Carlo Ginzburg nel suo saggio “Il formaggio e i vermi”. “Questo film – ha proseguito Fasulo – mi ha dato la possibilità di descrivere qualcuno che non ha tradito la propria visione del vivere quotidiano”.

Niente, assolutamente niente deve sfuggire all’orecchio del Santo Uffizio dell’Inquisizione, nemmeno le eresie pronunciate da un mugnaio di un paesino sperduto nel nord del Friuli, ai piedi di una montagna chiamata – ironia della sorte – Monte Spia. Arrestato, processato e condannato all’ergastolo per aver pensato e detto, fra le altre cose: “E’ più grande precetto amare il prossimo che amare Iddio”, Menocchio attraverserà il processo senza tradire nessuno, sopravviverà a due anni di carcere, uscirà gravemente malato. Poi guarirà, lavorerà, lotterà, amerà, soffrirà, vivrà… fino a che non sarà il papa in persona – Clemente VIII – ad ordinarne il secondo arresto e l’esecuzione.

Produttori inizialmente preoccupati, ha raccontato il regista”per la mia scelta di un cast formato da non attori (come il protagonista, Marcello Martini, operaio e sindacalista Enel, ndr), ma alla fine è stata una scelta che ci ha pagato, proprio per la spontaneità”.
Le riprese del film, a basso budget sebbene sia in costume e ambientato nel Cinquecento, sono in corso in Val Pesarina (Udine) e a Trento (Castello del Buonconsiglio). Uscita prevista nel 2018.

ssr
17 Novembre 2017

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