Rutelli: dare battaglia sul regolamento SAT-CAB

Bisogna evitare che il diritto d’autore venga spazzato via dall’innovazione tecnologica o dalla pirateria. Lo sostiene il presidente dell'Anica in merito al regolamento SAT-CAB


Bisogna dare battaglia in Europa per evitare che il diritto d’autore venga spazzato via dall’innovazione tecnologica o dalla pirateria. Lo sostiene il presidente dell’Anica Francesco Rutelli che, a margine dell’incontro con il ministro Dario Franceschini e le categorie del cinema che si è svolto stamani a Roma, sottolinea come “nell’ambito della normativa SAT-CAB, che torna in aula a Strasburgo a dicembre, diventi anti competitivo produrre, perché non c’è ritorno economico in termini di diritti d’autore oltre i confini nazionali”.

“Se i mercati di sbocco vengono eliminati da un’idea falsa di fruizione libera, l’Europa diventa piattaforma di delocalizzazioni e trasforma gli europei in consumatori di prodotto altrui”, ha ribadito Rutelli. Spiegando come siano proprio i paesi che non producono e voglio pagare meno di diritti d’autore a sostenere questa posizione. “In Italia siamo tutti uniti – produttori, broadcaster, esercenti – ma su questa battaglia c’è ancora poca attenzione, invece è decisiva per il futuro dell’audiovisivo perché il nostro mercato nazionale è un mercato di 60 milioni di persone”. 

La proposta di Regolamento, nelle intenzioni della Commissione UE, andrebbe ad integrare la disciplina già contenuta nella Direttiva CavoSatellite del 1993 ed agevolerebbe l’accesso su tutto il territorio UE ad opere cinematografiche ed audiovisive facilitando l’acquisizione dei diritti per i servizi accessori online (ad es., catchup tv e simulcasting), con l’estensione del principio della country of origin, (in deroga all’attuale principio di territorialità, la trasmissione si intenderebbe realizzata solo nel paese ove ha la sede principale il broadcaster, sebbene essa sia ricevuta in tutti i paesi della UE); facilitando l’acquisizione dei diritti per le ritrasmissioni online su reti chiuse (la IPTV), con l’introduzione di un sistema di gestione collettiva obbligatoria per i titolari dei diritti sulle opere cinematografiche ed audiovisive da trasmettersi su tali network (in deroga all’attuale diritto dei titolari di gestire in autonomia i propri diritti d’autore).

Cristiana Paternò
27 Novembre 2017

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