La forza delle donne di Laura Aprati e Marco Bova racconta lo straordinario viaggio fra le donne compiuto da una giornalista d’inchiesta con una lunga storia alle spalle e da un giovane giornalista e regista in mezzo alle donne fra Iraq, Siria e Libano. Il documentario è uno squarcio su una realtà, quella della guerra, che spesso ci sfugge perché in Europa da oltre 60 anni non si combatte. E che viene osservata nella sua quotidianità. Una delle voci del documentario è Rima Karaki, libanese, giornalista anche lei, cresciuta a Beirut. In Libano si sono rifugiati palestinesi, siriani e convivono più religioni. Lei va in onda senza velo ed è diventata famosa per aver tolto la linea in diretta a uno sceicco che non rispettava la parità di genere.
Donne di tutti gli strati sociali, di religioni diverse, di etnie diverse accomunate dalle difficoltà quotidiane, dalla gestione delle famiglie, da responsabilità sempre più gravose. Il rapporto con i figli in una società dove l’uomo è dominante ma in tempi di guerra diventa l’anello debole. Come si convive con la fame, la perdita di tutto ciò che si ha, con le bombe, con la necessità di lasciare la propria casa e la propria terra.
Alla presentazione del film, alla Stampa Estera, è giunto un saluto della ministra Valeria Fedeli che ha ricordato, fra le altre iniziative, la lotta compiuta contro la violenza sessuale come strumento di guerra e la capacità di resilienza delle donne in zone di conflitto. Laura Aprati ha voluto sottolineare come le donne dei campi profughi siano protagoniste di uno sforzo tenace per portare avanti in dignità la vita quotidiana. Marco Bova ha ricordato l’importanza dell’incontro fra generazioni, la sua e quella di Laura Aprati, che ha evitato un rischio di banalizzazione. E ha chiuso il suo intervento ricordando due giornaliste morte proprio per raccontare al mondo intero il dramma di quelle popolazioni: sue protagoniste sono anche le giornaliste che hanno documentato, raccontato, fatto conoscere al mondo intero il dramma di quelle popolazioni: Shifa Gardi, inviata di Rudaw Tv, morta per l’esplosione di una mina il 27 febbraio 2017 a una settimana dall’inizio dell’offensiva a Mosul Ovest. E Veronique Robert, inviata di France 2, morta il 24 giugno 2017 sempre a Mosul Ovest e sempre per l’esplosione di una mina, a qualche giorno dalla liberazione della città.
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