Perché alcuni dei maggiori cineasti italiani sono emiliano-romagnoli? E perché alcuni dei momenti più innovativi della storia del cinema italiano sono avvenuti in Emilia-Romagna? A queste domande risponde “Emilia-Romagna, terra di cineasti”, la mostra organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Berlino, in collaborazione con la Cineteca di Bologna. L’esposizione, a cura del direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli, insieme ad Antonio Bigini e Rosaria Gioia, allestita all’Istituto Italiano di Cultura dal 26 gennaio al 25 febbraio, prende spunto dagli scritti del famoso critico cinematografico Renzo Renzi.
Uno dei primi critici a scommettere su Federico Fellini, tra i fondatori della Cineteca di Bologna e produttore cinematografico, Renzo Renzi sottolineava la tradizione cinematografica della sua regione, che nei decenni ha dato i natali a Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini, Valerio Zurlini, Florestano Vancini, Bernardo e Giuseppe Bertolucci, Marco Bellocchio, Liliana Cavani, Pupi Avati e Giorgio Diritti. La mostra, già svoltasi nella Sala d’Ercole a palazzo d’Accursio a Bologna, si articola su due livelli: da una parte il dialogo tra pellicole, testi, testimonianze, volti e film dei registi emiliano-romagnoli e dall’altra un percorso che prende spunto dalle idee di Renzo Renzi per porre l’attenzione sul retroterra culturale, geografico e sociale che ha fatto dell’Emilia-Romagna una regione a naturale vocazione cinematografica.
Un percorso che, nell’ottica di un progetto di cineturismo sul web messo a punto dalla Regione con la mappatura dei film associati ai luoghi in cui sono stati girati, diventa viaggio tra gli archivi dell’Emilia-Romagna: quello di Cesare Zavattini a Reggio Emilia, di Michelangelo Antonioni a Ferrara, di Federico Fellini a Rimini, di Pier Paolo Pasolini a Bologna o di Tonino Guerra a Pennabilli.
Da aprile al Lingotto di Torino, un progetto in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema di Torino e Film Commission Torino Piemonte: tra le vetture esposte, la Bianchina di Fantozzi e la Mercedes 204 D di In viaggio con papà con Sordi e Verdone
"Orgogliosa di poter annunciare l’omaggio che l’Academy Museum of Motion Pictures di Los Angeles ha deciso di rendere alla memoria di una tra le dive italiane più amate nel mondo dal prossimo 28 marzo e fino al 5 gennaio 2025" ha dichiarato il Sottosegretario
Mimmo Calopresti e Andrea Occhipinti presentano il capolavoro di Elio Petri che nel 1971 vinse la statuetta per il Miglior Film Internazionale, nella terza serata della Mostra-Evento in corso fino al 24 marzo al WeGil
I lenzuoli dipinti, firmati da Chiara Rapaccini - in arte RAP - sono stati realizzati a partire da fotografie provenienti dall’archivio privato di Monicelli, tra immagini di alcuni grandi attori del nostro cinema e istantanee di vita privata