Addio al documentarista Folco Quilici

"Senza Folco Quilici, in compagnia di pochi altri grandi, il documentario non avrebbe oggi l'importanza che ha nel mondo - così lo ricorda il presidente e AD Roberto Cicutto


Il documentarista Folco Quilici è morto all’ospedale di Orvieto all’età di 87 anni. I funerali si terranno mercoledì prossimo a Roma. Quilici era nato a Ferrara nel 1930 da Nello Quilici, storico e giornalista e Mimì Buzzacchi, pittrice. “Senza Folco Quilici, in compagnia di pochi altri grandi, il documentario non avrebbe oggi l’importanza che ha nel mondo – così lo ricorda Roberto Cicutto presidente e Ad di Luce Cinecittà – Ha scardinato il ‘pregiudizio” che per ‘documentare’ non si possa costruire un vero appassionante racconto. Ci piace pensare che Folco Quilici abbia trovato nell’Istituto Luce una seconda casa, tanto fa avergli affidato gran parte del suo patrimonio creato con passione e dedizione a fianco della moglie Anna. E gli auguriamo, come mi era parso capire in una recente conversazione telefonica,  si sia spento pensando a una prossima nuova avventura”.

Con l’Istituto Luce ha realizzato il lungometraggio L’Impero di marmo (Premiato al Festival Internazionale del Cinema Archeologico Agon, Grecia, nel 2006); il film-documentario L’ultimo volo (Premio Acqui Storia 2010) e nel 2015 i documentari Sicilia ’43 e Animali nella Grande Guerra. Successivamente Lazio-Paesaggio e storia (Premio Bellezze d’Italia 2012).

I film  di Qulici dedicati al rapporto tra uomo e mare, sono stati distribuiti nel mondo: Sesto Continente (Premio Speciale alla Mostra del Cinema di Venezia del 1954), Ultimo paradiso (Orso d’Argento al Festival di Berlino del 1956), Tikoyo e il suo pescecane (Premio Unesco per la Cultura del 1961), Oceano (Premio Speciale Festival di Taormina del 1971 e Premio David di Donatello 1972), Fratello mare (Primo Premio al Festival Internazionale del Cinema Marino, Cartaghena, 1974) e Cacciatori di navi, 1991 (Premio Umbria Fiction, 1992). Nei cinema e non solo in Italia, altri suoi film sono stati: Dagli Appennini alle Ande (1959) che vinse la “Concha de plata” al Festival Internazionale di San Sebastian e Il Dio sotto la pelle filmato in tutto il mondo nel 1974.

Tra i suoi film di medio metraggio di particolare impegno, furono presentati fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia: Paul Gauguin (1957), L’angelo e la sirena (1980). Da ricordare inoltre Botticelli, una nuova primavera (1982). Nel 1970 ha editato tre film Firenze 1000 giorni, sull’alluvione del 1967 e l’opera di salvezza del suo patrimonio culturale. Quilici ha avuto la nomination all’Oscar nel 1971 per Toscana, uno dei quattordici film de L’Italia dal cielo alla quale hanno collaborato nomi di massimo prestigio come Calvino, Sciascia, Silone, Praz, Piovene, Comisso.

L’attività di Quilici nel campo del cinema culturale, ha trovato, in Italia e all’estero, vasto spazio in programmi televisivi in più puntate. Per i tredici film della Serie Mediterraneo e gli otto di L’Uomo Europeo Quilici ha avuto a fianco lo storico Fernand Braudel e l’antropologo Levi Strauss. Dal 1992 al 1999 ha diretto L’Italia del XX secolo, 65 film su testi degli storici De Felice, Castronovo e Scoppola.

Per il suo impegno nella Tv culturale ha vinto numerosi Premi Internazionali. Quilici ha inoltre collaborato alla stampa italiana e internazionale, dal 1954 con Life, Epoca, Panorama, Europeo e con quotidiani, La Stampa e Il Corriere della Sera. Il suo impegno giornalistico lo ha visto in anni recenti al lavoro per Il Messaggero su temi naturalistici.

ssr
24 Febbraio 2018

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