Donbass: quel conflitto dimenticato nel cuore dell’Europa

Accende i riflettori sull’odierna guerra in una regione dell’Ucraina orientale a confine con la Russia il film di apertura di Un Certain Regard, Donbass di Sergei Loznitsa. Una lotta sanguinosa che si


CANNES – Accende i riflettori sull’odierna guerra in una regione dell’Ucraina orientale a confine con la Russia il film di apertura di Un Certain Regard, Donbass, sesto lungometraggio di finzione di Sergei Loznitsa, regista ucraino con una lunga esperienza nel cinema del reale, che nella competizione ufficiale di Cannes ha già presentato A Gentle Creature (2017), In the Fog (2012) e My Joy (2010). Il suo ultimo film racconta di una lotta sanguinosa che dal 2014 si combatte nel cuore dell’Europa, nel Dombass appunto, ma che è lentamente scomparsa dall’opinione pubblica che ultimamente è solita definirla “uno scontro a bassa intensità”, ma che in realtà è una vera e propria guerra deflagrata in un conflitto sanguinoso, arrivato a mietere oltre 10mila vittime tra civili e militari, secondo un recente report dell’ONU. I combattimenti stanno avvenendo tra nazionalisti ucraini e separatisi filorussi, in una nazione, l’Ucraina, in cui il 30% della popolazione è di madrelingua russa e una rilevante percentuale, concentrata nel Donbass, è russofona. La regione è attualmente occupata da varie bande criminali ed oggetto di una serie di conflitti armati, crimini e saccheggi perpetrati da bande separatiste che fanno sì che paura, odio e violenza siano dilagati ovunque, in una guerra ibrida che si svolge parallelamente al conflitto armato, accompagnato da uccisioni e rapine su vasta scala e un progressivo degrado della popolazione civile.

Proprio questo aspetto esplora la pellicola di Sergei Loznitsa che nello scrivere la sceneggiatura ha dichiarato di essersi ispirato a una serie di video amatoriali pubblicati sul web da testimoni degli eventi, che ha trovato in molti casi più informativi e reali dei reportage di guerra convenzionali. “Ad un certo punto ho capito che volevo realizzare un film di finzione basato su questi materiali di vita reale. Ho voluto ricreare gli eventi che hanno avuto luogo nel Donbass sotto forma di un film. Quindi ho selezionato una dozzina di video che ho trovato più eclatanti ed espressivi e ho scritto uno script basato su di essi. Il mio obiettivo era quello di tradurre i video amatoriali in un’opera di finzione. Volevo anche mostrare quanto l’onnipresenza di una telecamera influenzi e distorca il nostro comportamento”. Così la ricerca esasperata di una quotidianità si compone sullo schermo attraverso le immagini, quasi grottesche, del matrimonio tra due combattenti separatisti o l’entrata in scena di una giornalista durante un consiglio comunale che versa un secchio di terra sulla testa di un sindaco corrotto. Ma anche attraverso gli episodi di violenza dei passanti che, a una fermata dell’autobus, picchiano un soldato ucraino legato a un lampione, o il cinismo delle autorità che rubano senza scrupoli gli aiuti umanitari ai pazienti di una clinica. Un viaggio attraverso la regione che segue una catena di avventure curiose, in cui grottesco e dramma sono intrecciati, come la vita e la morte, come la coda in macchina e le bombe che esplodono pochi metri più avanti.

Nelle sale francesi dal 5 settembre con Pyramide Distribution, Donbass è stato appena acquistato al Marché di Cannes anche da Grecia (Ama Film), Turchia (Fabula Films), Germania (Salzgeber & Co), Ucraina (Arthouse Traffic), Polonia (Against Gravity) e Benelux (Imagine Films)

Carmen Diotaiuti
09 Maggio 2018

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