Il respiro di Kubrick nell’Odissea

2001: Odissea nello spazio in 70mm a Cannes


CANNES – Sembra fantascienza, invece è filosofia. E antropologia, e psicologia. 

2001: Odissea nello spazio nel ’68 uscì trascinando in principio dietro di sé non certo consenso (seppur poi fu il maggior incasso statunitense dell’anno), anche se poi la Storia del cinema lo ha consacrato quale capolavoro: il tempo trascorso da allora non ha intaccato la contemporaneità della storia, come non ha intaccato la fragilità della pellicola, che anzi ha permesso di restaurare il film per ripetere il godimento di allora, nella versione in 70mm che stasera Cannes ospita in anteprima assoluta, e che il pubblico italiano potrà guardare i prossimi 4 e 5 giugno. 

Lo Spazio, quella sorta di aldilà galattico in cui l’essere umano può addirittura “volare” senza bisogno di mezzo di trasporto alcuno, dove s’accarezzano le stelle e si guarda la Terra dalla “finestra” (dell’oblò), come un panorama dalla propria casa, fu per Stanley Kubrick una metafora sconfinata in cui accarezzare l’essere umano per scoprirne e mostrarne le sue sfumature più intime e contraddittorie: la potenza sta nel contrasto, dettato soprattutto dall’ambientazione iperfuturista, soprattutto se si pensa che il film usciva nel ’68 (quando il primo sbarco sulla luna sarebbe stato un anno più tardi, unica visione affine, con cui l’umanità dunque non era certo confidente). 

Il presente del cinema ha usato – e abusato – lo Spazio in tutte le sue declinazioni per kolossal di fantascienza e di certo il film di Kubrick ha ispirato, ma quello del maestro americano (che avrebbe compiuto 90 anni quest’anno) è un film spogliato di qualsiasi effetto, velocità, sensazionalismo adranalinico simili a tutti quelli che possono sovvenire alla mente cinefila pensando all’oggi: è, anzi, un elogio alla lentezza, una meditazione visiva e riflessiva, che così facendo induce chi guarda all’immersione – quasi letterale – nello Spazio, di certo nell’emotività umana, portata per mano con fermezza da un’imprescindibile colonna sonor. Pop quanto epico Così parlò Zaratustra di Richard Strauss, ma anche Sul bel Danubio blu, Atmosfere o Luce Eterna. Un culto la scena in cui un ominide usa un osso come orma, non solo capolavoro del connubio di immagini e note, ma anche una curiosità, un errore: l’ominide afferra un femore, ma a roteare in aria è una tibia. Il difetto non fu di Kubrick ma di un operatore al quale il regista aveva chiesto di riprendere un osso lanciato in aria nel cortile dei teatri di posa. Non prevista dal copione, farà parte di quel match cut assurto a una delle scene più famose del film. 

La versione 70mm che giunge sulla Croisette non approda sola, ma accompagnata dalla “famiglia Kubrick”: il produttore storico, Jan Harlan, l’interprete dell’astronauta, Keir Dullea e la figlia, Katharina Kubrick, che per questa occasione speciale ha addirittura mostrato alla stampa le sue foto private di bambina con il padre, in technicolor anni ’60, confidando qualcosa di ancor più intimo del regista, la sua timidezza: “qui a Cannes – dice la figlia, 64 anni, set designer – non sarebbe mai venuto: lui aveva il suo mondo artistico, creativo, ma non era impenetrabile, anzi mi ricordo la nostra casa completamente affollata di persone durante la preparazione dei film e le riprese, le stanze e il giardino erano invasi di tecnici, artisti, studenti, praticamente chiunque, e lui era con loro un incredibile appassionato insegnante. Ho visto il film infinite volte e ognuna mi ha comunicato qualcosa, per questo la mia aspirazione è farlo conoscere alle giovani generazioni che magari ne hanno solo sentito parlare. 2001 non ho mai smesso di amarlo. Mio padre era il suo film: un mondo concentrato, me lo ricordo sognante e malinconico. Il respiro finale, quello dell’astronauta Bowsman trasformato in bambino dello Spazio, è proprio il suo” e quindi, se il cinema è quell’arte che rende eterno tutto ciò che tocca e include, il respiro di Kubrick rende ancor più presente e viva la sua presenza a Cannes, e per sempre. 

Nicole Bianchi
13 Maggio 2018

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