Alberto Bonisoli alla guida dei Beni Culturali e Turismo

Design, moda e formazione sono le competenze del ministro che succederà a Dario Franceschini. Nato a Mantova nel 1961, è attualmente a capo della NABA-Nuova Accademia di Belle Arti di Milano


Design, moda e formazione sono le competenze del mantovano Alberto Bonisoli, l’uomo indicato dal premier Giuseppe Conte per la guida del ministero di Beni culturali e Turismo. Bocconiano, classe 1961, il ministro che succederà a Dario Franceschini nella tutela, la gestione e la promozione del patrimonio culturale italiano, ma a sorpresa – almeno per ora – anche delle politiche per il turismo (il ministero che M5S avrebbe voluto scorporare) è attualmente a capo della NABA-Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, istituzione privata presente in 80 paesi che dal 1980 si occupa in Italia di moda, grafica e design. Guida dal 2013 la Piattaforma Sistema Formativo Moda, un’associazione che si pone l’obiettivo di promuovere e rafforzare il sistema italiano di formazione moda. L’associazione si pone anche l’obiettivo di consolidare i rapporti istituzionali e progettare un sistema di certificazione delle scuole di moda che ne garantisca la qualità a livello internazionale.

Sposato e padre di due figlie, ha detto nelle scorse settimane di avvertire l’incarico di ministro “come una sfida complessa che affronto mettendo a servizio le mie competenze e mettendo in gioco quello che sono”. A lungo professore di Innovation Management alla Bocconi, Bonisoli si è interessato ai temi della formazione e dell’insegnamento, sua dichiarata “passione”, per i quali vanta collaborazioni nazionali ed internazionali, in particolare con l’Unione Europea e il Miur. Un profilo manageriale, orientato in particolare sulle tematiche della innovazione dello sviluppo, aperto ad una collaborazione tra “le capacità del pubblico e le potenzialità del privato”.

Già nelle scorse settimane, dopo la sua designazione in campagna elettorale della squadra di governo Cinque Stelle, ha però anticipato alcune delle sue priorità. Tra queste “portare gli investimenti per il patrimonio culturale almeno all’1 per cento del PIL, se non oltre” attraverso azioni per “la tutela, la digitalizzazione del patrimonio e cultura diffusa sul territorio, in particolare nelle periferie”. Per il turismo, “Cenerentola nei passati governi” pensa ad una “promozione più forte all’estero” e ad un maggiore “coordinamento centrale”, puntando “su turismo di qualità”, ma anche sulla “accoglienza degli studenti stranieri, che poi tornando in patria sono i nostri migliori ambasciatori”. Cultura e turismo, dice, “Saranno in futuro i principali datori di lavoro, per questo bisogna puntare sulla formazione e valorizzare in particolare l’alta formazione artistico musicale”.

redazione
01 Giugno 2018

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