Un tempo carcerati, ora pescatori di ricci

Il filmmaker sardo Pietro Mereu: “Mi piace andare alla ricerca di mondi che scompaiono. Il documentario Il clan dei ricciai parla di un mondo che sta scomparendo, quello della vecchia malavita"


BOLOGNA. “Mi piace andare alla ricerca di mondi che spariscono. Il documentario Il club dei centenari raccontava la vita e i segreti dei centenari della comunità montana dell’Ogliastra. Il clan dei ricciai parla di un mondo che sta scomparendo, quello della vecchia malavita, fatta di omertà, carcere e tatuaggi brutti ma con un significato profondo”. Il filmmaker sardo Pietro Mereu è in concorso al Biografilm Italia con un’opera prodotta dalla Drive Production Company di Nicolas Vaporidis, Matteo Branciamore, Primo Reggiani e Eros Galbiati e realizzata con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission e del Comune di Cagliari-Fondo Filming Cagliari.

Il clan dei ricciai nasce dall’osservazione di un mestiere, quello del ‘ricciaio’, che a Cagliari esiste da decine di anni, ed è fatto da persone che hanno bisogno di realizzare guadagni facili, perché sono quasi tutti ex-carcerati”, afferma Mereu. Andrea, Massimo, Simone e Bruno oggi vivono pescando i ricci nel mare della Sardegna nei mesi più freddi dell’anno. Un lavoro duro che, grazie a Gesuino e alla sua cooperativa di pescatori, è una seconda possibilità per restituire dignità a persone dimenticate dal mondo, che cercano di superare il passato e di riprendere in mano la propria vita.

Il regista, mentre lavorava a un progetto televisivo sulle comunità, si è imbattuto nel quartiere popolare e periferico Sant’Elia di Cagliari con Gesuino e i suoi aiutanti. “Mi hanno dato 10 giorni di tempo e il divieto di parlare con le loro mogli e figli. Ho cercato così di catturare il passato di questi ex detenuti e il presente quotidiano per reintegrarsi nella società. In questo documentario di denuncia, e a suo modo epico, ho dato voce a persone che finora non l’avevano avuta e che hanno una sorta di fierezza”.

Il film offre un amaro e autentico sguardo sulla vita degli ex carcerati che raccontano le difficoltà dentro e fuori dall’ex carcere del Buon Cammino, assieme a quelle del duro lavoro in mare, descritte anche attraverso le canzoni tradizionali della malavita sarda, interpretate e scritte da Joe Perrino, autore delle musiche originali. Canzoni che ci restituiscono una visione romantica di una malavita con le sue antiche regole che ormai non c’è più. Il clan dei ricciai, in attesa di avere una distribuzione, prima di tutto televisiva, potrebbe essere presto proiettato all’interno del carcere di Bologna, il cui direttore, dopo la visione, ha deciso di mostrarlo ai detenuti della Casa Circondariale ‘Dozza’.

ssr
18 Giugno 2018

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