Satellite e gli anni azzurri del cinema

​Arriva dal Messico Los años azules di Sofía Gómez Córdova, in concorso a Pesaro. E intanto gli autori italiani di Satellite si confrontano


PESARO – Arriva dal Messico Los años azules (2017) di Sofía Gómez Córdova, in corsa per il Premio Lino Micciché che sarà assegnato da una giuria composta da Tea Falco, Paolo Franchi e Stefano Savona. Il film girato interamente all’interno di un appartamento affascinante e un po’ cadente nel centro storico di Guadalajara, segue il destino e i punti di vista di un sestetto di ragazzi e ragazze tra i venti e i trenta anni (gli anni azzurri, appunto, quelli in cui si definisce la personalità adulta). Tra liti, amori, visite dei genitori e un gatto onnipresente, ecco un tranche de vie fresco e pulsante. La produttrice Miriam Henze ha raccontato che il film ha già vinto numerosi premi internazionali in Messico – a Guadalajara, Guanajuato, Monterrey – a conferma del talento della 35enne cineasta, con studi all’università di Guadalajara ed esperienze di montaggio e sceneggiatura anche all’interno di un collettivo di artisti. Ed è proprio questo clima comunitario che si respira nella sua opera prima.

Anni azzurri anche quelli di molti degli autori di Satellite, la sezione riservata alle visioni per il cinema futuro, panoramica e non competitiva, che ospita opere a bassissimo budget, fuori dalle logiche industriali. Molti di loro si sono riuniti assieme al direttore artistico Pedro Armocida e ai curatori della sezione Gianmarco Torri, Anthony Ettorre, Annamaria Licciardello e Mauro Santini, per fare il punto sulla situazione della sperimentazione. Erano presenti all’incontro Leonardo Bertini, Mattia Biondi, Francesco Ceccarelli, Giorgiomaria Cornelio, Pietro Librizzi, Morgan Menegazzo, Maurizio Mercuri, Mariachiara Pernisa, Elisa Piria, Luca Quagliato, Lucamatteo Rossi, Samuele Sestieri e Guglielmo Trupia. Si è cercato di capire quale fosse il senso di fare un cinema di questo tipo, spesso autoprodotto e realizzato in solitudine o con una ristretta cerchia di persone. Si tratta, per lo più, di giovani autori che si mantengono a fatica e che sono disposti a qualsiasi sacrificio pur di non rinunciare alla loro passione: c’è chi fa l’elettricista e chi il professore di liceo. Diverse le durate e i formati, i lavori vengono proposti al pubblico pesarese in piccole raccolte tematiche dai titoli esplicativi e suggestivi come Divagazioni, Corpo a cuore, Lo spazio tra le cose, Alfabeti mobili, Cinema fatto a mano, Prima la musica poi le immagini. 

Cristiana Paternò
19 Giugno 2018

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Giada Colagrande: “Dal lutto un’occasione di risveglio”

Girato in gran parte all’interno di un appartamento romano, il nuovo film della regista - che in Italia uscirà in autunno - s'intitola Padre. Un lavoro molto personale, intimo, che parte da un lutto familiare per sviluppare un discorso esoterico in collaborazione con Franco Battiato

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Roberta Torre, immaginazione e concretezza

Alla Mostra di Pesaro, che ha dedicato l'evento speciale alle donne del cinema italiano, abbiamo intervistato la regista milanese, reduce dal notevole successo di Riccardo va all'inferno. "Questo è un momento storico importante, occorre approfittarne per chiedere cose concrete, opportunità di finanziamento e ruoli di potere", ci ha detto sulla questione del #MeToo. E sul suo cinema: "Mi piace lavorare sulla frontiera, altrimenti mi annoio"

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Daniele Pezzi: “Una rete per l’underground”

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Premio Micciché a John McEnroe L’empire de la perfection

La giuria composta da Tea Falco, Stefano Savona e Paolo Franchi ha scelto all'unanimità John McEnroe L'empire de la perfection di Julien Faraut, che ha ottenuto il Premio Lino Micciché. Premio del pubblico a América di Erick Stoll e Chase Whiteside


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