Gualtieri, nella Bassa reggiana, celebra il genio artistico di Umberto Tirelli, sarto che ha vestito film tra i più importanti della storia del cinema, con una mostra antologica in programma dal 16 settembre al 25 novembre nel Salone dei Giganti di palazzo Bentivoglio. L’esposizione, nella cittadina natale di Tirelli, attinge dal patrimonio unico della Tirelli Costumi: 160mila costumi, dal periodo pre-cristiano ad oggi, ed oltre 15mila abiti autentici, dal 1750 al 1980. A fare da anteprima, venerdì 14 alle 21 al teatro Sociale, la proiezione di Medea di Pier Paolo Pasolini, con Maria Callas: Tirelli con la sua sartoria nel 1969 affiancò Piero Tosi nella realizzazione dei costumi del film.
La mostra Ritorno a Gualtieri, nel novantesimo anno della nascita, vuole rendere omaggio al sarto, costumista, designer, storico del costume e collezionista morto a Roma nel ’90, noto anche come ‘archeologo della moda’ per la sua capacità di riprodurre costumi di tutte le epoche. Alla costumista Gabriella Pescucci, cresciuta nella bottega Tirelli e premiata nel ’94 per The age of innocence di Martin Scorsese, è affidata la cura dell’esposizione, che attraversa la storia della sartoria di Umberto Tirelli con abiti che hanno fatto la storia del cinema. Tra i pezzi più importanti, il costume indossato da Donald Sutherland nel Casanova felliniano e l’abito da sposa portato da Dominique Sanda nel Novecento di Bertolucci. Tanti i film vestiti dal sarto gualtierese, dal Gattopardo a Morte a Venezia, da Amarcord a La città delle donne.
Il Sottosegretario Borgonzoni: "Un'occasione per raccontare un genio italiano ai più giovani"
Ospitata al piano di accoglienza della Mole Antonelliana, l’esposizione intitolata Tonino De Bernardi: Cinema senza frontiere è a ingresso libero e sarà possibile visitarla dal 24 aprile al 9 settembre 2024 durante gli orari di apertura del museo
18 aprile - 31 ottobre, l’allestimento Al Blu di Prussia: 29 lavori esposti, tra cui 6 scatti inediti da La città delle donne, provenienti dalla collezione della nipote Daniela Barbiani, sua assistente alla regia dal 1980 al 1993
In sei mesi di apertura la mostra sul regista statunitense ha riscontrato un enorme interesse nazionale e internazionale