Toni Servillo narra Zanna Bianca

Il primo film in animazione dal romanzo di Jack London: Zanna Bianca diretto da Alexandre Espigares, con la voce narrante di Toni Servillo


Da personaggio a voce, dall’aviatore de Il piccolo principe (2015) al narratore di Zanna Bianca, “ senza dimenticare L’uomo che piantava gli alberi, premio Oscar: per me fu un onore lavorarci, era anche quella grande letteratura, come nel caso di Jack London”, questo il Servillo attore, nel proprio rapporto con l’animazione e il cinema per bambini e adolescenti.

Il regista ispano-lussemburghese Alexandre Espigares (Oscar per il corto Mr.Hublot, 2013) porta sul grande schermo un grande classico: Zanna Bianca di Jack London è il primo film in animazione tratto dal romanzo, che subito, nelle parole del regista, dichiara una connessione con il cinema di casa nostra: “Il primo pensiero è stato quello di farne un western all’italiana. Essendo un grande fan di questo genere, intravedevo l’opportunità di percorrere questa strada. Per una volta tanto gli animali non parlavano e non cantavano. La logica era quella di seguire l’animale nella Natura, senza dialoghi. Ritengo che i film di animazione spesso abbiano la tendenza a spiegare eccessivamente la trama, soprattutto ai bambini, cosa su cui io non sono assolutamente d’accordo”. Espigares, per sua ammissione, s’è ispirato a Il grande silenzio di Corbucci e anche al DJango con Franco Nero.

Grande presenza del cinema italiano, dunque, rinnovata indubbiamente dalla voce narrante del film, Toni Servillo, che s’è speso con generosità nel ribadire con forza l’importanza del grande classico letterario, un classico di formazione, sia dal un punto di vista di sé bambino, sia nel ruolo di padre. “Ricordo l’edizione e la casa dove ho letto Zanna Bianca, era in Piemonte, dove ho trascorso l’infanzia per via del lavoro di mio padre. Il Piccolo Principe e Zanna Bianca hanno in comune l’appartenere alla grande letteratura: con orgoglio dico che la mia generazione ha avuto per le mani un testo che ha permesso la scoperta della letteratura americana, un universo di cui London dà l’imprinting. È un film che non strizza l’occhio ai simulacri della modernità, perché ha alle spalle un grande classico: il segnale più bello, che vorrei arrivasse, è quello di non essere solo spettatori della vita. Questo lupo che attraversa tutta la simbologia della Natura, prendendo il proprio destino tra le mani, vive la vita”.

Un concetto forte, in cui l’attore s’è addentrato ulteriormente con un riferimento preciso ad una delle sequenze più intense del film: “Un momento di grande letteratura è quello della passeggiata nella foresta, con la mamma lupa e Zanna Bianca: London, di questo momento, scrive che, per la prima volta, il lupacchiotto percepisce la caducità della vita, dove siamo di passaggio, grande insegnamento per un bambino”.

Bambino che è senz’altro il pubblico a cui parla principalmente questo film, un ponte prezioso tra l’infanzia, l’adolescenza e il mondo adulto, nel nome della condivisione del film stesso. Ha continuato infatti Toni Servillo auspicando che “con questo film un genitore può iniziare un discorso sulla bellezza dell’essere vivi e sulla posizione di spettatore: non a caso è una produzione europea, sensibile a questo sistema valoriale. L’augurio è che gli adulti accompagnino a vederlo, facendo scoprire un grande autore. I grandi classici d’animazione li ho sempre visti con i miei figli: io personalmente ho scoperto Dickens vedendo Oliver Twist. Da bambino, ricordo con particolare gioia La spada nella roccia. In passato c’era la possibilità di condividere, anche con lo scambio delle VHS per esempio, e meno di consumare, come invece accede oggi: c’è un rischio dietro la velocità meccanica dei social network, che fa saltare i passaggi della riflessione critica. Zanna Bianca invece offre un racconto piano, semplice, preciso: la voce, nel mio caso qui, è l’elemento espressivo che dà sostegno alle parole, che se hanno un pensiero alto, vanno proposte con responsabilità, cosa che io ho sentito, sia rispetto a London che ai bambini”. 

Un mondo costellato tanto da piccoli, quanto da adulti, una continuità che ritorna nel film, come nelle parole di Toni Servillo, con riferimento anche alla parte più prettamente animata, realizzata con un tratto raffinato ed espressamente pittorico, proprio nella collaborazione con un pittore di professione, Antoine Poulain, di concerto con un uso ricorrente della motion capture, capace di un senso di realismo non usuale nell’animazione per un pubblico meno adulto: “Un’ animazione così particolare” ha continuato Toni Servillo, “discosta da quella un po’ stucchevole in cui la dimensione dell’animale parlante riflette quella dei gusti di un bambino viziato. Credo sia pericoloso guardare alla vita solo come progresso: questo film guarda a certo cinema del passato – a me ha fatto ricordare Bambi – e a certi topoi, per cui forse sembrerebbe errato raccontare storie come Hansel e Gretel. Amo i film Pixar ma penso non si debba raccontare tutto allo stesso modo: non credo che i ragazzi siano ‘abituati a’… Sta agli adulti abituarli a guardare in modo diversificato”. 

Sulla base e nel rispetto del racconto letterario, Zanna Bianca e la sua storia di cane incrociato con un lupo, che della Natura del Grande Nord fa il suo mondo, incontrando le contraddizioni della stessa, tra cui le sfumature estreme del bene e del male dell’essere umano, che ripone nella libertà il suo valore principale, esce in 300 copie con Adler Entertainment, dall’11 ottobre al cinema.  

Nicole Bianchi
04 Ottobre 2018

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