Torna ‘Condizioni critiche’ al Maxxi

Domenica 21 ottobre un evento approfondisce nuovi aspetti del lavoro della critica e dell’insegnamento del cinema. Ne parlano Alain Bergala, Serge Toubiana, A.O. Scott, Mario Sesti e Stefania Parigi


Dopo il successo delle prime due edizioni, la Festa del Cinema di Roma ospita un nuovo approfondimento sulla critica cinematografica dal titolo “Condizioni critiche: insegnare, e imparare, ad amare il cinema”. Domani, domenica 21 ottobre alle ore 11 al Maxxi, alcuni autorevoli critici cinematografici internazionali, come i francesi Alain Bergala (saggista, sceneggiatore, regista, docente) e Serge Toubiana (giornalista, saggista, dal 2003 al 2016 direttore della Cinémathèque Française e dal 2017 Presidente di Unifrance), e lo statunitense A.O. Scott (critico del ‘The New York Times’), coordinati da Mario Sesti, affronteranno i temi dell’incontro in una conversazione con Stefania Parigi (Professore Ordinario presso l’Università degli Studi Roma Tre).

L’incontro cercherà anche quest’anno di essere un momento per scambiare idee, esperienze e prospettive, mettendo a fuoco nuovi aspetti del lavoro di chi studia e insegna il cinema e ne scrive per mestiere. La discussione partirà dall’orizzonte dell’apprendimento del cinema, a scuola e nelle università, in un mondo postmediale in cui i processi di formazione tradizionali sono sempre più antagonisti del potere dei social e dell’incessante innovazione tecnologica. Molti i temi che saranno affrontati a partire dalle riflessioni di Alain Bergala contenute in L’Hypothése cinèma. Petit traité de transmission du cinéma à l’ecole et ailleurs. È più importante usare il cinema come strumento per aprire alla comprensione degli studenti i temi di cui tratta (la storia, la cronaca, la letteratura, ecc.) o creare le condizioni per cui ognuno possa incontrare, in una età decisiva, i film che sappiano renderlo più consapevole di sé e del mondo? Bisogna accettare le condizioni imprescindibili dell’intrattenimento o affrontare il passaggio difficile e necessario della scoperta di qualcosa di totalmente diverso da ciò che abitudine e mercato offrono? È meglio puntare a una analisi critica o a una lettura creativa? Alla formazione del gusto o alla trasmissione del sapere? Alla visione folgorante o alla “calma impregnazione”? E quali tecnologie (sala, dvd, on line) bisogna selezionare, adattare, accettare perché questi processi di insegnamento e formazione ottengano i migliori effetti possibili, inserendo il cinema come materia di studio nel curriculum delle scuole secondarie?

Cr. P.
20 Ottobre 2018

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