Bong Joon-ho: “Adesso voglio conoscere Gianni Morandi”

Vorrei conoscere Gianni Morandi, dice il regista che ha messo In ginocchio da te nel suo film Parasite, vincitore della Palma d'oro


CANNES – Il 50enne Bong Joon-ho ha portato la prima Palma d’oro della storia di Cannes alla Corea del Sud, una vittoria storica con Parasite, film che ha messo immediatamente tutti d’accordo, pubblico, critici e giuria. Commedia nera e sociale sulla lotta tra le classi e anche all’interno della stessa classe, con i poveri pronti a tutto per ritagliarsi uno spazio, sia pure nel sottosuolo. “Qualcuno mi aveva detto che l’umorismo tipico dei coreani non sarebbe stato compreso all’estero – dice Bong Joon-ho in conferenza stampa – ma una storia di una lotta tra ricchi e poveri e di una famiglia è comprensibile per gli spettatori di tutto il mondo”

E c’è anche un po’ di Italia dentro questa vittoria. Infatti nel finale del film viene usata una celebre hit di Gianni Morandi, In ginocchio da te. E adesso il regista rivela: “Vorrei conoscere Morandi”. La richiesta l’ha rivolta al distributore italiano, la Academy Two, e Morandi, in Sardegna sul set della fiction L’isola di Pietro, ha risposto prontamente, felice e disponibile. “Il regista Palma d’oro mi vuole conoscere? Ma certo, magari vado io da lui, potrebbe essere l’occasione per una tournée in Sud Corea dove non sono mai stato”, ha risposto all’Ansa.

Ma chi è trionfatore di questa 72esima edizione del festival? Figlio di un designer, laureato in sociologia all’Università Yonsei, appassionato di cinema sin dall’adolescenza, e amante di registi come Shōhei Imamura e Hou Hsiao-hsien, si segnala nel 2003 con Memories of Murder, un giallo basato su una storia realmente accaduta, che vince premi a San Sebastián e Torino. Nel 2006 gira il monster movie campione di incassi The Host, che viene presentato al Festival di Cannes. Nel 2011 viene scelto come presidente di giuria della Caméra d’or. Nel 2013 dirige in inglese Snowpiercer e due anni fa è al festival di Cannes con Okja, targato Netflix.

La giuria l’ha premiato all’unanimità. “Questa cosa mi ha veramente reso felice – dice – anche perché io faccio film di genere e non è scontato essere apprezzati”. E racconta di scrivere i suoi copioni seduto al tavolino di un bar. Tra i modelli di Parasite cita Chabrol e Hitchcock. E sulle battute contenute nel film rispetto alla Corea del Nord, smorza: “I giochi di questo tipo da noi sono molto comuni e per niente seri, si scherza tanto su questi argomenti e sui bunker nelle ville dei ricchi costruiti per sfuggire agli attacchi dei nordcoreani”. Infine un augurio per il futuro: “Non sono il solo regista della Corea del Sud che possa aspirare a un premio tanto prestigioso, ci sono tanti talenti da noi e mi piacerebbe se arrivassero ovunque nel mondo, forse questa Palma potrà servire”.  

Cristiana Paternò
25 Maggio 2019

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