Luke Evans: mostro o super-eroe?

L’attore interpreta una nuova versione del vampiro in ‘Dracula Untold’, in uscita il 30 ottobre


Vlad III, detto l’”Impalatore” – per il modo in cui usava uccidere i suoi innumerevoli nemici – visse tra il 1431 e il 1476, fu tre volte principe di Valacchia, ed è venerato come eroe popolare in Romania così come in altre parti d’Europa per aver protetto la popolazione rumena a Sud e a Nord del Danubio, dai numerosi invasori che miravano alla conquista di quei piccoli stati tra cui sicuramente i più pericolosi e numerosi erano i turchi dell’Impero Ottomano. Ma la maggior parte delle persone conosce Vlad per il suo patronimico, Dracula, che ispirò Bram Stoker (molto più del personaggio che lo portava, in verità) per la costruzione del suo celebre Conte Vampiro. Per dirne una, il Vlad “storico” non governò mai sulla Transilvania e l’albergo – castello che si trova oggi a Passo Borgo (dove è situata nel racconto la magione del succhiasangue) è un’invenzione per turisti di recente costruzione.

Ad approfondire “l’uomo dietro alla leggenda” aveva accennato Francis Ford Coppola con l’incisivo prologo del suo capolavoro Bram Stoker’s Dracula. E sulla carta dovrebbe farlo anche questo nuovo film, interpretato, oltre che dall’attore gallese già visto ne Lo Hobbit di Peter Jackson, anche dall’affascinante e cronenberghiana Sarah Gadon in quelli della sua bella e tormentata sposa. In verità, più che cercare la ‘Storia’, la pellicola semplicemente sposta l’azione di 400 anni – consideriamolo una sorta di ‘prequel’ di ogni Dracula visto finora – mantenendosi comunque su coordinate fantasy, che mescolano un po’ le atmosfere del serial Game of Thrones a quelle dei moderni film di super-eroi (dal Batman di Nolan, esplicitamente richiamato in alcune sequenze e linee di dialogo, a quelli indistruttibili del Marvel Universe, dotati di poteri sovrannaturali). C’è anche la tendenza, come nel Maleficent Disney, a riconsiderare la figura del “cattivo” andando a ricercare le radici del male. Qui Dracula non sembra poi così malvagio: è solo un guerriero che lotta per proteggere la sua terra e la sua famiglia, ma quando il nemico diventa troppo difficile da affrontare si rivolge alle tenebre per cercare una soluzione, e ne paga lo scotto.

“Dopotutto – dice l’attore in conferenza – Dracula è uno dei primi super-eroi. Casomai è stato lui a fare da ispirazione. I suoi poteri non sono stati creati dalla macchina di Hollywood ma vengono dal folklore e dalla letteratura popolare, che parlano del suo dominio sulle tenebre e della sua simbiosi con i pipistrelli. E’ vero, resta un film fantasy, ma quello che lo rende diverso dagli altri è che affrontiamo la realtà storica prima di passare alla finzione. Per me è stato molto interessante compiere il viaggio umano nel personaggio, un principe, amato dal suo popolo, ma con un passato oscuro, che era anche un uomo profondamente legato alla sua famiglia”.

Per interpretarlo ha visto più film di vampiri o ha letto più libri di storia?

Ho fatto entrambe le cose. Ho rivisto dei film bellissimi a partire da quello di Coppola con il grande Gary Oldman, ma dopotutto lì si basavano su Stoker. La nostra storia si ambienta 400 anni prima. Quindi avevamo maggiore libertà. E’ stato bello raccontare Dracula nel 15mo secolo.

Cos’ha in comune con Dracula?

I canini? Ce li ho così da quando ero piccolo. Scherzi a parte, non molte cose. Ma ho cercato di condividere la sua esperienza e le sue emozioni, che sono insite in ogni uomo: il sacrificio per amore, la voglia di lottare per ciò che è giusto.

Ma se le proponessero di interpretare un super-eroe moderno?

Perché no? Sarebbe divertente. Ormai sapete che so fare svolazzare il mantello e tirare di spada. E’ stato sicuramente divertente dar corpo a un personaggio con poteri sovrumani ma per un attore non si tratta di questo, in realtà. Super-eroe o vampiro, quel che conta è dare corpo a un personaggio con cui io mi possa rapportare e si possa rapportare anche il pubblico. E poi Dracula non è certo un eroe senza macchia, ha molti difetti e un lato oscuro parecchio sviluppato.

Ha riletto Bram Stoker prima di girare, o magari è stato in Transilvania?

Il libro è un classico e mi è piaciuto molto, anche se la vera fissata di Stoker è Sarah Gadon, la mia partner nel film. Certo, è stato rifatto molte volta al cinema ma mi ha appunto sollevato che questo fosse un film delle origini, una storia mai raccontata prima. Riguardo alla Transilvania, sono passato direttamente dalla Nuova Zelanda dove giravo Lo Hobbit a Belfast per questo film. Se trovo cinque minuti di tempo tra un’intervista e l’altra una gira a Castel Dracula me la faccio senz’altro.

Ma quante location del film sono reali e quante affidate al green screen?

Sicuramente il green screen è stato molto usato ma i set erano comunque dettagliati al millimetro, e spesso ci trovavamo a girare in studi enormi. Poi ci sono anche tante location reali dell’Irlanda del Nord, specie quel dannato gelido fiume dove mi sono dovuto immergere la prima notte di riprese. Diciamo che l’attenzione al dettaglio è tale che anch’io fatico a distinguere cosa è vero e cosa no.

Veniamo a qualcosa di più leggero. Lei ha partecipato alla Mille Miglia, il che l’ha portata a visitare l’Italia…

Sì, mi sono divertito un sacco. Guidavo una Lancia Rally, una macchina meravigliosa.  Mi piace correre e sentire il vento nei capelli. Amo anche guidare in sicurezza, sia chiaro. Per cui la mia marcia preferita è la terza. E’ stato divertente perché una sera mi sono fermato alla ricerca di un caffè, in un paesino. Parcheggio l’auto e tre ragazzini che erano seduti sui gradini di una chiesa mi vengono in contro e mi dicono: “Ma tu sei Bard de Lo Hobbit. Che cavolo ci fai qui?”. Non mi hanno chiamato col mio nome ma con quello del personaggio.

A proposito di corse, la aspettiamo in Fast & Furious 7

Per la verità aspetto anch’io, non ne so molto. Come sapete entravo in scena alla fine di Fast 6, per cui non vedo l’ora di vederlo esattamente come voi. So che sarà sicuramente divertente.

Lei nasce come attore di teatro. E’ molto diverso lavorare per il cinema?

Dovrebbe vedermi lei sul palco e giudicare da sé. Si tratta sicuramente di mezzi espressivi diversi. Col teatro hai una reazione immediata con il pubblico, che risponde spontaneamente e immediatamente. E se finisci la giornata con un applauso, hai vinto. Al cinema il processo è molto più lungo. Giri un pezzetto di film, poi passi al lavoro successivo, e ti scordi di quello che hai fatto. Te ne ricordi dopo un anno quando inizi a promuoverlo, con la stampa, e allora l’esperienza ti torna, la rivivi in modo diverso. Si tratta comunque di raccontare storie e recitare, che sia cinema, teatro, pubblicità o tv.

Ne ha di progetti in ballo, da High Rise tratto dal romanzo di fantascienza di Ballard al reboot de Il corvo

Il primo è realizzato da uno studio indipendente, quindi con meno soldi e un ritmo di lavoro accelerato. E’ un film di difficile realizzazione per la sua ambientazione, questo tenebroso palazzo anni ’70. Farò l’agitatore di folle. Riguardo a Il corvo, dovevamo partire a marzo ma poi il lavoro è slittato e ora dobbiamo trovare la finestra perché siano disponibili tutti quelli che devono partecipare. Trovare il tempo nel nostro ambito è un compito difficilissimo. Ma ovviamente sono entusiasta di poter partecipare. Sarà un progetto molto controverso visto quanto è amato l’originale con il mai troppo compianto Brandon Lee. Ma noi saremo fedeli al fumetto anche perché nella serie che conosciamo fino a ora molte sue parti non hanno trovato spazio. E’ una storia d’amore meraviglioso, su un uomo che perde tutto e deve fronteggiare i suoi sentimenti di rabbia e vendetta. Spero che il lavoro riprenda presto.  

Andrea Guglielmino
03 Ottobre 2014

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