ROBERTO TORELLI


Giovani feriti e tumefatti escono in barella dalla scuola Diaz mentre la folla grida “assassini” alle forze dell’ordine. Pioggia di lacrimogeni e manganelli, il black bloc in azione, il cadavere di un ragazzo disteso in una pozza di sangue, un cartello con la scritta “Genova è morta”.
Le immagini del G8 arrivano a Cannes, nella sezione Semaine de la Critique con il documentario Bella ciao – Genoa Social Forum – Un altro mondo è possibile firmato da Roberto Torelli con Marco Giusti e Sal Mineo (alias Carlo Freccero).
All’inizio del 2001 Torelli, 43 anni, autore di programmi Rai come Stracult, Schegge, Fuori Orario, era in Brasile, a Porto Alegre, per riprendere il 1° World Social Forum. Lì è venuta l’idea di filmare l’assedio della Zona Rossa per Stracult.
Così è nato Bella ciao, frutto del paziente lavoro di montaggio di 80 ore di immagini girate per lo più da operatori Rai e anche da attivisti di Indymedia e Radio Sherwood.
Mai trasmesso dalla Rai, il documentario è stato presentato nella sezione “Sopralluoghi italiani” dell’ultimo Torino Film Festival.

Perché “Bella ciao” è stato invitato a Cannes?
Forse perché gli organizzatori del Festival hanno capito che Genova è stato un evento mediatico di dimensioni inedite nella storia della comunicazione. Non era mai accaduto prima che così tante videocamere, professionali e non, si concentrassero in un unico luogo. Dopo Genova si è capito che chiunque ne ha il coraggio può filmare la realtà. Certo, poi il problema è mostrare le immagini…

Che cosa racconta il vostro documentario?
E’ un percorso di ricostruzione di ciò che è accaduto a Genova dal 19 al 21 luglio. Secondo i genitori di Carlo Giuliani e altri è il più preciso tra tutti quelli diffusi. Comincia con le immagini dell’irruzione delle forze dell’ordine alla Diaz, il più grave episodio di violazione dei diritti umani. Sono immagini senza commenti, accompagnate solo dalla colonna sonora, una scelta stilistica precisa. Rispetto alla versione presentata a Torino, quella che andrà a Cannes dura 10 minuti di meno perché abbiamo fatto un ulteriore lavoro di pulizia.

Che cosa lo distingue da “Un mondo diverso è possibile” ideato da Maselli?
Maselli ha dato la priorità alle esigenze artistiche, il nostro è un documentario più giornalistico. Tra gli obiettivi di Bella ciao c’è la ricostruzione della gestione militare del G8. In Francia i celerini sono addestrati a non colpire, quelli italiani hanno dimostrato una grave impreparazione.

“Bella ciao”: un titolo che suona un po’ retrò per un movimento piuttosto hi tech…
Bella ciao era una delle canzoni cantate dai manifestanti il giorno del corteo dei migranti. Poi, dopo la morte di Carlo Giuliani, lo stesso pezzo risuonava nello Stadio Carlini, il campeggio dei disobbedienti.

Miram Tola
23 Aprile 2002

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