Gian Luigi Rondi


G. RondiIl Grinzane Festival gli ha appena assegnato un Premio speciale alla sua carriera di critico cinematografico. Tutto comincia oltre cinquant’anni fa e da allora, Gian Luigi Rondi ha dedicato la sua vita al cinema con vocazione e professionalità. Più volte membro della giuria dei maggiori festival di cinema (da Cannes a Locarno, da Mosca a San Sebastian e fino a Berlino), Rondi ha curato anche la regia di interessanti documentari d’arte, collaborando con Pabst alla sceneggiatura de La voce del silenzio e curando, su richiesta di Ingmar Bergman, i dialoghi italiani di Luci d’inverno. Ha inoltre fondato l’Ente Spoleto Cinema, è stato nominato sub-commissario per il cinema della Biennale di Venezia, dove istituì per la prima volta i Leoni d’oro alla carriera. Tra i molteplici incarichi e riconoscimenti ricevuti, è ora presidente dell’Ente David di Donatello e dei Premi Vittorio De Sica; è stato direttore del Settore Cinema e Spettacolo Televisivo della Biennale di Venezia (1983-1986), oltre che vicepresidente di Cinecittà (1990-1993) e presidente della Biennale di Venezia(1993-1996).

Rondi, quale film consiglia assolutamente di non perdere?
Il sole di Alexander Sokurov.

Perché?
Dopo aver affrontato con Taurus la figura di Lenin e con Moloch la figura di Hitler, il regista russo Sokurov ha chiuso il terzo capitolo della sua trilogia sul potere con Il sole, film sulla figura dell’imperatore giapponese Hiroito, che riesce a rendere straordinariamente umano. Soprattutto nel suo dialogo con il generale MacArthur, quando firma la resa e la rinuncia al suo status divino.

Che genere di film preferisce?
I film ben fatti, in particolare quelli italiani, perché è una vita che mi batto perché emergano le belle pellicole realizzate nel nostro Paese.

Qual è il film italiano più bello che ha visto di recente?
La tigre e la neve di Roberto Benigni.

Due buoni motivi per vederlo?
Sebbene Benigni giganteggi in maniera eccessiva rispetto agli altri attori, che restano poi il contorno del protagonista, nel film affiora comunque la sua ironia e la sua poesia in mezzo ad una guerra sanguinosa. Del personaggio interpretato da Benigni, è bellissimo l’amore disperato per la moglie che lo ha respinto: un amore che lo conduce a salvarle la vita a qualsiasi costo.

Preferisce il blockbuster americano o il film italiano d’autore?
I film italiani dei grandi autori.

Quale film sconsiglia assolutamente di vedere?
Il gusto dell’anguria di Tsai Ming Liang: ci sono eccessi di pornografia estrema e la trama è poi molto confusa. Forse l’unica cosa da salvare, e che rimane impressa è la musica.

Quale attore italiano ha apprezzato di più recentemente?
Stefano Accorsi e Kim Rossi Stuart, al quale ho anche consegnato il Premio De Sica: nel ruolo che ricopre in Romanzo criminale è bravissimo. E anche la realizzazione dell’intera pellicola, con la regia di Michele Placido, mi è piaciuta molto.

Qual è l’attrice italiana che più le piace?
Valeria Bruni Tedeschi: pure a lei ho consegnato il Premio De Sica, possiede una grande capacità espressiva e una profonda interiorità.

E l’attore italiano che rimpiange di più?
Sordi, Tognazzi, Manfredi, Gassman: oltre ad essere dei grandissimi attori, erano anche dei miei fraterni amici. Sordi, poi, con la sua comicità sferzante ha attraversato i costumi dell’Italia per cinquant’anni e “castigat ridendo mores”.

Quale film rivede sempre volentieri?
Nessuno, non li rivedo mai più di una volta, se non per caso.

A quale regista darebbe il Leone alla carriera?
A Wim Wenders.

Qual è il più bel film d’amore che ha visto?
Un uomo e una donna di Claude Lelouch, che segnò un’epoca e lanciò il regista nel firmamento internazionale.

Quale genere di film non andrebbe mai a vedere?
Non mi piacciono gli horror, dove il sangue è presente in ogni scena. Ho faticato molto a vedere Dark Water di Hideo Nakata ma, alla fine, nonostante il mio disgusto per il genere, ho dichiarato apertamente che è un bel film.

Quale sarà il prossimo film che vedrà?
Le cronache di Narnia di Andrew Adamson.

Quale personaggio le sarebbe piaciuto interpretare sul grande schermo?
Nessuno, non amo recitare, nemmeno nei sogni.

Dina D’Isa
16 Dicembre 2005

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