Terence Hill & Bud Spencer


Primo Piano sull’autore, la rassegna di Assisi, compie 25 anni e li festeggia con due attori campioni d’incasso: Mario Girotti, alias Terence Hill, Carlo Pedersoli ovvero Bud Spencer. Riflettori puntati su “gli esilaranti e irresistibili ragazzi del nostro cinema popolare, la coppia ‘d’oro’ che più di ogni altra simboleggia un’epoca di grandi successi che hanno valicato i confini d’Italia” spiega il direttore artistico Franco Mariotti della rassegna. Una coppia che ha lavorato insieme per vent’anni in ben 15 pellicole, dai western ai film botte da orbi, e che muove i primi passi con Dio perdona… io no! (1967) di Giuseppe Colizzi. In quel momento Girotti ha già lavorato tanto in Italia e Germania, mentre Pedersoli ha alle spalle solo 6/7 titoli, come raccontano nell’intervista realizzata da Alessandra Levantesi per il catalogo della rassegna di Assisi e di cui pubblichiamo uno stralcio.

 

Pedersoli, il suo nome d’arte arriva subito con Dio perdona… io no! ?
Spencer. Subitissimo perché non potevo sputtanare il nome di Carlo Pedersoli, campione di nuoto.

Chi ha scelto lo pseudonimo?
Spencer. Io. Mi piaceva Spencer Tracy e poi bevevo birra Budweiser. Così sono nati cognome e nome, ma non siamo stati gli unici. Anche Gemma e compagnia bella per fare i western hanno assunto nomi inglesi.

E il nome Terence Hill come nasce?
Spencer. Non l’ha scelto tua moglie?

Hill. No, lo scrissero i giornalisti perché faceva colore. In realtà, nell’imminenza dell’uscita, la produzione mi propose una lista di una decina di nomi e io scelsi questo, perché era facile da leggere anche per un italiano. Però misi la condizione che finito il film sarei ridiventato Mario Girotti. Poi invece…

Dio perdona… io no! ha fatto un incasso pazzesco per l’epoca. Non so se le notizie che ho letto sono giuste, ma si parla di due miliardi e novecento milioni.
Spencer.
E sa quanto è costato il film? Novanta milioni.

Ma vi hanno dato qualcosa, una gratifica?
Spencer. A me quei quattro milioni e basta.

Hill. A me neanche quelli, mi pare che ho preso di meno.

Credo che al botteghino eravate inferiori solo a Per un pugno di dollari.
Spencer. Sì e con la buonanima di Sergio Leone abbiamo avuto una bella rivincita. Giù la testa prese le mazzate da Trinità . Te lo ricordi, Mario?

Hill. E come no! Ma la cosa incredibile è che noi abbiamo cominciato a fare western all’italiana quando il genere stava decadendo. Dio perdona… io no! è un titolo che ha avuto il benestare di Mauro Bolognini. Colizzi lo incontra al bar, gli chiede che cosa ne pensa e Bolognini risponde: “E’ una bomba”. Il film fu un successo, la nostra coppia non era ancora delineata con chiarezza, però si intuiva il potenziale.

Spencer. La coppia viene fuori in pieno solo su Trinità .

Hill. Colizzi voleva fare Sergio Leone, ma un Sergio Leone con una vena di ironia. Infatti Dio perdona… io no!, come I quattro dell’Ave Maria e La collina degli stivali, sono film che si distaccano, almeno in parte, da un discorso di violenza pura.

Ho rivisto La collina degli stivali, c’è dell’ironia ma rispetto a Trinità ci sono ancora scene non dico drammatiche, nelle quali però senti la tensione.
Spencer. Di questi primi tre film il protagonista era Mario. Ed era giusto fosse così. ‘Terence Hill in’ , titolo del film, poi buon terzo ‘con Bud Spencer’. Allora erano i belli ad avere il ruolo di protagonista: vedi Franco Nero, Giuliano Gemma e lui, Terence. Se arrivava il ciccione, nel caso specifico io, gli facevano fare la spalla, possibilmente comica. Sennonché noi siamo diventati una vera coppia, che non è stata mai turbata da un diverbio. Mai una lite in quindici film, mai ‘quel primo piano era per me’, ‘devo entrare in scena prima io’. Mai. Tutte le coppie si sono rotte per motivi di rivalità, perché uno dei due voleva emergere o si sentiva sacrificato. Noi questo problema non l’abbiamo avuto. Non abbiamo mai avuto problemi di carattere personale. Infatti io lo chiamo ancora Mario: sono l’unico abilitato. E lui mi chiama Carlo.

Hill. Quando ci siamo conosciuti sul set di Dio perdona… io no!, eravamo Carlo e Mario e perciò… C’è da dire per contro che difficoltà di altro genere non sono mancate. Per esempio, spesso non avevamo le roulotte, dormivano su dei materassi.

 

Spencer. Come no! In …Più forte ragazzi! ci riposavamo nella pausa su dei materassi buttati su un autobus e ce li hanno pure tolti da sotto perché dovevano fare i cascatoni degli stuntmen.

Alessandra Levantesi
21 Novembre 2006

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