Nadia Ranocchi: “Il 3D è la nuova frontiera del cinema”

Alla Mostra, in Orizzonti, con due film da regista ('Daimon' e 'Cock-Crow'), la filmmaker sperimentale racconta a CinecittàNews i segreti del suo lavoro firmato da un gruppo che si chiama Zapruder, in omaggio al cineamatore che riprese l'assassinio di Kennedy, "eccellente capostipite dell'attualissima ossessione per la cronaca nera". E sul cinema 3D: "E' un linguaggio tutto da inventare e da esplorare, sia per gli autori che per lo spettatore".


N.Ranocchi

“Il cinema 3D è un linguaggio tutto da inventare e da esplorare, così per gli autori come per lo spettatore. In questo senso potrebbe imporsi come nuova frontiera cinematografica”. La pensa così Nadia Ranocchi, artista e filmmaker alla prima esperienza da giurata del neonato Premio Persol 3-D, istituito quest’anno dalla Mostra di Venezia e destinato al miglior lungometraggio stereoscopico. E col suo “Zapruder Filmmakersgroup” – fondato insieme a David Zamagni e Monaldo Moretti – a questa edizione di Venezia partecipa anche con due film da regista, presentati tra gli eventi di Orizzonti: Daimon e Cock-Crow. Entrambi rigorosamente in 3D.

Nasce quest’anno un premio tutto dedicato alle pellicole stereoscopiche: il tridimensionale sta diventando davvero la nuova frontiera del linguaggio cinematografico?
Il cinema stereoscopico digitale è appena nato e come tale non ha storia, è un linguaggio tutto da inventare e da esplorare. Così per gli autori come per lo spettatore. E in questo senso, in effetti, potrebbe avere le carte in regola per imporsi come nuova frontiera cinematografica. E con il Premio Persol quest’anno verrà eletto il miglior lungometraggio stereoscopico tra i film usciti nelle sale italiane nel corso del 2009. Il vincitore tra i titoli in concorso sarà annunciato l’11 settembre.

Che prospettive ci sono per il 3D in Italia?
Sono già parecchie le sale cinematografiche attrezzate per il 3D e anche i laboratori si stanno organizzando per questo tipo di lavorazioni. Presumibilmente a breve tutto ciò stimolerà il fiorire di produzioni stereoscopiche.

Cock CrowIn programma tra gli eventi di Orizzonti “Daimon” e “Cock Crow”, due film di cui hai firmato anche la regia e che sono stati realizzati con Zaprude Filmmakersgroup, casa di produzione fondata insieme a David Zamagni e Monaldo Moretti.
Sia Daimon che Cock-Crow sono stati realizzati utilizzando tecniche stereoscopiche ad alta definizione. Abbiamo progettato noi stessi i dispositivi di ripresa, da quello primitivo e rudimentale impiegato per Daimon, a quello più evoluto, ma ancora in fase di perfezionamento, di Cock-Crow. Entrambi sono film che nel loro processo produttivo hanno poco a che vedere con l’industria cinematografica: in gran parte autoprodotti, girati nella nostra sala di posa dispersa sulle colline della riviera romagnola. Abbiamo curato personalmente ogni aspetto, dalle scenografie ai costumi, così come per le riprese, il montaggio, la sceneggiatura e la regia, da me firmata in collaborazione con David Zamagni.

Raccontaci di più.
Daimon nasce come un progetto a puntate che percorre l’opera di Georges Bataille, analizzandone cardini della poetica quali l’accecamento e l’eccesso. Tutti i filmati sono stati girati febbrilmente con due handycam, in preda ad una forma di scrittura automatica e per ciò stesso frammentaria e laconica.
La struttura narrativa di Cock-Crow è, invece, quella della novella. Ambientata nel periodo natalizio, momento topico dell’infanzia, in cui il ragazzino protagonista della vicenda si appresta ad affrontare il passaggio all’età adulta. Egli, in quanto parte di un gruppo di famiglia, è posto innanzi alla sua primitiva forma di società e, colpevole di ciò che vede, pare cominciare a domandarsi dove si nasconde il Drago. Mi piace definire Cock-Crow un drama queen musical.

DaimonCome scegliete gli attori e a che pubblico pensate per i vostri progetti?
Gli interpreti principali dei due film sono gli stessi, e in buona parte già coinvolti in progetti precedenti. A parte Sara Masotti, attrice di teatro, sono per lo più scelti tra i nostri amici e collaboratori. Ad esempio Monaldo Moretti, uno dei componenti di Zapruder Filmmakersgroup, è sia il direttore della fotografia, che l’attore principale dei nostri ultimi film.
Il nostro è un cinema di ricerca, siamo soliti definirlo ‘Cinema da Camera’: sorta di cinema incarnato e tattile ma anche forma di teatro immateriale. E’ rivolto a un pubblico pieno di buona volontà, pronto a partire per un viaggio visivo e sensoriale denso di segni ed indizi che, scollandosi dal fondo, emergono come sintomo di una narrazione celata dietro a una quotidianità vorace che sommerge ed atterrisce.

Zapruder, un omaggio al cineamatore che riprese l’assassinio di Kennedy.
Il film d’amateur di Abraham Zapruder è l’eccellente capostipite dell’attualissima ossessione da cronaca nera. Il filmato produsse un enorme impatto mediatico ponendosi alle origini della formazione di un pubblico “catastrofe-dipendente”.

A che progetti state lavorando?
Il nostro prossimo progetto è FAULT un’istallazione di ‘cinema su due piani’ che verrà presentato al Padiglione di Arte Contemporanea di Ferrara, nell’ambito di “ARTFALL09”, e sarà in mostra dal 14 novembre al 6 dicembre. A seguire ci occuperemo di un progetto che vedrà più artisti, provenienti da diversi ambiti disciplinari, alle prese con la rielaborazione della stessa sequenza di un film mitico. Ma è ancora tutto in fase di formazione.

Carmen Diotaiuti
04 Settembre 2009

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