Roland Sejko: quando Papa Francesco arrivò in Albania

Si apre con i preparativi all’aeroporto di Tirana per l’arrivo del Pontefice e perciò s’intitola L’attesa, l'unico italiano in concorso al TaorminaFilmFest, coprodotto e distribuito da Luce Cinecittà


TAORMINA. Si apre con i preparativi all’aeroporto di Tirana per l’arrivo di Papa Francesco e perciò s’intitola L’attesa, l’unico film italiano in concorso al TaorminaFilmFest, coprodotto, con Digitalb, e distribuito da Luce Cinecittà. Già autore di Anija, la nave – presentato al Torino Film Festival e David di Donatello come miglior documentario 2013 – Roland Sejko, s’affaccia di nuovo alla storia recente del suo paese, l’Albania, per non dimenticare e lasciare traccia nella memoria delle giovani generazioni.
Il documentario L’attesa prende avvio da quel 21 settembre 2014, quando Papa Francesco sceglie l’Albania come destinazione del suo primo viaggio in Europa, per visitare “un popolo che ha a lungo sofferto le ideologie del passato”.
Il racconto storico, fatto di riprese e materiali d’archivio, si snoda negli oltre 45 anni di dittatura comunista dominati da Enver Hoxha, attraverso la narrazione di due protagonisti: il frate francescano Padre Zef Pllumi, che ha passato la maggior parte della sua vita in carcere, e la cattedrale cattolica di Scutari che divenne un palazzo dello sport.
E’ la cronaca di una nazione che, dichiarandosi paese ateo del mondo, intraprende la sua guerra contro la libertà di pensiero e di fede per edificare e imporre la propria ‘religione politica’.

Come è nata l’idea di questo documentario?
L’attesa nasce da una collaborazione tra l’Istituto Luce Cinecittà e le istituzioni culturali albanesi: il Centro Nazionale di Cinematografia d’Albania, il Ministero della Cultura e l’Archivio del Film d’Albania. Abbiamo trovato nella visita del Papa in Albania un’idea di partenza per costruire un racconto che andasse oltre il reportage della visita e diventasse un’analisi della dittatura, delle ideologie e dell’effetto traumatico che creano quando irrompono nella vita di un popolo.

Come si è documentato?

Accanto alla ricerca delle immagini negli archivi cinematografici e cartacei, abbiamo fatto dei sopralluoghi e incontri a Scutari, che è il centro del cattolicesimo albanese. E’ stata svolta un’approfondita ricerca nelle biblioteche per trovare la storia nelle pieghe degli eventi descritti dai giornali dell’epoca. Ho scelto alla fine due testi che vanno in parallelo nel racconto, uno quasi sconosciuto che narra la costruzione della cattedrale di Scutari, dal 1858. L’altro testo è di Padre Zef Pllumi, un frate francescano che ha passato 26 anni della sua vita nelle carceri comuniste e che ha scritto la più importante testimonianza del terrore comunista nel suo “Vivi solo per testimoniare” un’opera profonda, da alcuni studiosi considerata “l’Arcipelago Gulag” albanese.

Nel documentario parla soprattutto della persecuzione dei cattolici, non dimentica quella dei musulmani ma non è centrale nella narrazione, perché?

La furia contro le religioni non ha risparmiato nessuno, ma l’accanimento contro i cattolici è stato senza paragoni. Il clero cattolico venne considerato un nemico politico. Alcuni storici hanno messo in evidenza che il metodo utilizzato venne suggerito direttamente da Stalin in un colloquio con Hoxha: “Non dovete mai porre la lotta contro il clero sul piano religioso, ma sempre su quello politico”. Clero e fedeli cattolici sono stati così accusati di collaborazionismo con gli italiani e i tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, di spionaggio, di cospirazione e di possesso di armi, insomma, “nemici di classe”.

La vicenda della cattedrale cattolica diventata un palazzetto dello sport, è emblematica di come il potere s’impossessi e trasformi i luoghi simbolo del “nemico”. 
Tantissimi luoghi di culto cattolici, musulmani e ortodossi furono distrutti, alcuni fatti saltare in aria con la dinamite, altri trasformati in porcili, officine meccaniche. C’è stata una volontà di umiliazione, tipica del comunismo albanese, nell’impossessarsi dei luoghi del “nemico” e trasformarli ai fini della propaganda. Un esempio eloquente è la trasformazione dell’edificio del vecchio parlamento albanese in teatro delle marionette. La cattedrale diventa il palazzo dello sport, e funziona anche da sala di congressi. L’entrata dello stesso Hoxha nella cattedrale nel 1972, osannato dalla folla, rappresenta quasi la volontà di dimostrare non solo l’appropriazione e la trasformazione del tempio, ma addirittura la sostituzione di Dio.

Il film è in gran parte costruito con immagini d’archivio, quale materiale trovato nell’Archivio Luce ha inserito nel film?
L’Archivio Luce custodisce quasi tutta la memoria visiva dell’Albania fino al 1943. Per ragioni politiche, e anche per un interesse che definirei esotico, gli eventi, i personaggi, i paesi dell’Albania sono presenti nell’archivio già dai primi cinegiornali Luce del 1927. Dopo l’occupazione dell’Albania nel 1939 l’Istituto Luce apre anche una sua sede stabile in Albania. Nonostante da anni sia impegnato continuativamente con l’Archivio, questo sorprende sempre per le piccole gemme che nasconde. Nel caso de L’attesa, abbiamo scovato un filmato inedito, mai digitalizzato prima, su una processione del Corpus Domini a Scutari nel 1927, un documento straordinario anche per la storia culturale dell’Albania che ha subito dal comunismo una mutilazione violenta delle fonti storiche. 

Taormina 2016

Taormina 2016

Jeremy Renner. Fare l’attore? Ve lo sconsiglio

In procinto di girare un biopic su Steve McQueen, oggi l'attore è al Taormina Film Fest per una masterclass non manca di parlare della tragedia di Orlando e dell'uso delle armi negli Usa. Nato a Modesto, in California, maggiore di cinque figli, origini irlandesi e tedesche, un fisico palestrato perfetto per il film d'azione (da The Bourne Legacy a Captain America: Civil War), Renner scoraggia chi aspira a fare l'attore: "Lo so che a vederlo da fuori sembra una cosa, ma vi consiglio di fare altro. E' un vero e proprio lavoro. Io sono stato fortunato, ma ci vogliono anche tanta fatica e passione. Fatelo solo se siete portati per entrambe le cose"

Taormina 2016

Oliver Stone: Clinton o Trump, per la guerra poco conta

Quanto ha pesato la politica estera americana sulla rivoluzione in Ucraina e sui fatti del febbraio 2014 conosciuti come Euromaiden? Come dimostra il documentario Ukraine on fire di Igor Lopatonok, film di cui Oliver Stone è coproduttore e autore delle interviste passato oggi al Taormina Film Fest, moltissimo. E così non a caso il regista di Platoon risponde alla domanda sul peso della politica estera sui fatti internazionali: "Quello che succederebbe se fosse eletto Clinton o Trump conta poco"

Taormina 2016

Fabrizio Gifuni: Mastroianni e Volonté i miei maestri

L'attore, ospite di un campus a Taormina, è il protagonista, insieme a Emmanuelle Devos, di Dove non ho mai abitato di Paolo Franchi

Taormina 2016

Maria Grazia Cucinotta produce una commedia cino-sicula

L'attrice è anche l'interprete di C’è sempre un perché di Dario Baldi, una coproduzione Italia Cina presentata fuori concorso a Taormina. In futuro tre nuovi progetti di coproduzione con la Cina


Ultimi aggiornamenti