Francesca Natale: la matita degli ‘Angry Birds’

C’è un po’ di Italia in 'Angry Birds - il film', la pellicola d’animazione Sony tratta da un celebre videogame per cellulari che arriverà in sala in 500 copie distribuita da Warner dal 15 giugno


Francesca Natale, la character designer di Angry Birds Il film – che arriverà in sala in 500 copie con Warner dal 15 giugno – ci racconta come è stato tramutare in personaggi tridimensionali – sia da un punto di vista grafico che caratteriale – degli uccellini che originariamente si limitavano a lanciarsi nel vuoto con una mazzafionda ed esplodere a contatto con dei maiali. “E’ stata la parte più impegnativa del progetto, ho lavorato con designer di tutto il mondo ma immediatamente mi sono trovata in sintonia con la produzione – dice – che non mi ha imposto vincoli”.

A maggior ragione, avendo carta bianca, una grande responsabilità…
Esatto. Il problema era rendere questi personaggini senza alcuna personalità sofisticati abbastanza da poter reggere due ore di performance su schermo. Non avevo particolari indicazioni né sulla grafica né sul loro carattere, potevo basarmi solo sul gioco. Rovio usa il personaggio di Red come un logo ormai, utilizzandone soprattutto il cipiglio facciale, le sopracciglia, gli occhi, il becco. E’ iconico. C’è un lavoro pazzesco per calibrare bene lo spessore e la distanza di tutti questi elementi. Ma tutti i personaggi sono in qualche modo riconducibili a forme elementari, molto facili da leggere, interpretare e ricordare, il tondo, il triangolo, l’ovale. Appreso questo l’ho riportato nel mio lavoro. Sono dei logotipi.

In quanti passaggi si arriva a un risultato ottimale?
Oh, infiniti. Si parte naturalmente da un bozzetto su carta. Si prova e si riprova finché non viene approvato da produzione e regia. Poi si passa a una scultura digitale e infine si costruisce il model pack, che in questo caso poi è stato trasferito in Sony per la lavorazione vera e propria. Poi tantissimo lavoro sui dettagli, le sfumature. Le piume sono una bella gatta da pelare. Ogni volta si aggiunge un pezzetto, si sviluppano nuovi software dedicati per ottenere il risultato. Sony non aveva mai fatto qualcosa di simile.

Quali sono i suoi personaggi preferiti?
Beh, chiaro che le attenzioni si concentrino su Red, che è il protagonista ed è simpaticissimo, ma amo molto anche i personaggi secondari perché  ti danno tanto spazio: Chuck, Mathilda, i pulcini, che stanno avendo un successo pazzesco all’estero e invece erano nati solo per una simpatica apparizione. E poi il re dei maiali.

Nessuno di questi personaggi sembra un vero e proprio uccello, tranne un paio…
Sono ‘creature simili a uccelli’, ma non propriamente uccelli. Non sanno nemmeno volare. Abbiamo discusso parecchi mesi su che aspetto dovessero avere, se dovessero muoversi e atteggiarsi come animali o se andassero antropomorfizzati. Abbiamo deciso che la seconda opzione era più divertente. Quanto ai due personaggi che lei cita, sono eccezioni. L’aquila è un essere mitologico, l’unico in grado di volare. Il gufo anche rappresenta qualcosa di atavico, la giustizia. Abbiamo pensato che in quel caso fosse giusto che si potesse riferirli a due specie specifiche ed esistenti in natura. Come le dicevo, abbiamo lavorato nella massima tranquillità, e il nostro team era piccolo, anche se poi ci appoggiavamo alla potenza produttiva di Sony, ma senza subirne la burocrazia. Totale libertà insomma, è un’occasione che non capita spesso.

Ci sono influenze particolari? Alcuni sembrano un po’ i muppet…
Non è la prima persona che me lo dice. Sono contenta. Adoro i Muppet, però no, non è una cosa che ho fatto con coscienza. Probabilmente un po’ di loro è finito nel mio stile.

Lei è l’unica donna italiana ad avere un ruolo importante nel mondo dell’animazione, e comunque una delle poche a livello mondiale. Come si sente a rappresentare questo primato?
Ne sono parecchio orgogliosa. Ho fatto una ricerca apposita e ho scoperto di detenerlo. Chiaramente vorrei che ci fosse una parificazione, sia a livello di ruolo che di stipendi. Spesso le donne sono meno pagate, vai a capire perché.

Tornerà a lavorare con Rovio, magari per Angry Birds 2?

Se ne è parlato, ma non c’è niente di ufficiale. Loro stanno lavorando a 360°, hanno già distribuito dei corti online, sono in contatto diretto col loro pubblico, e parliamo di cifre enormi. Il videogioco è stato scaricato da tre miliardi di persone. Comunque stiamo lavorando anche ad altro, qualcosa di originale.

Ha anche in programma un film di animazione tutto suo, vero?
Sì, con mia sorella Virginia che è una brava sceneggiatrice. Lo abbiamo titolato Freestyle – A ruota libera, ed è un film per adulti, una sorta di Inferno dantesco in salsa pulp, ambientato tra Napoli, Roma e alcune città del Veneto. Dante è un giovane iniziato di una gang criminale. Abbiamo portato in giro il pitch ma il mercato è quello che è. Si tende a pensare che l’animazione debba essere per i bambini, anche se poi sono i genitori a staccare i biglietti. Non è facile. Probabilmente ne faremo una graphic novel aprendo un progetto su kickstarter e speriamo che abbia tanto successo da portare alla produzione del film.

E’ un progetto molto ambizioso…
Assolutamente. E’ difficile, a meno che non ti chiami Seth Rogen. Lui sta lavorando a questo film, Sausage Party, che potrebbe aprire qualche strada. Diciamo che facciamo tutti il tifo per lui.

Ma lei come ci è arrivata, a fare questo lavoro?
La scelta l’ho maturata tardi. Mi sono laureata in arte moderna e contemporanea, ma ho imparato sul campo, lavorando inizialmente per una società italiana che produceva una serie Mediaset, che purtroppo non vide mai la luce. Fu una palestra importantissima, così come le altre che seguirono, in cui ebbi modo di lavorare con esperti da ogni nazione. Purtroppo però spesso i prodotti a cui lavoravamo non uscivano, mancava il budget. E di conseguenza cominciò a mancare anche il lavoro. Per questo motivo mi sono trasferita all’estero, ma ci è voluto del tempo, mi sono presentata ai vari Festival, ad Annecy, ad esempio. Poi mi chiamò un collega da Vancouver ed ebbi la mia occasione. Ci sono tante ottime scuole in giro per il mondo ma costano. Ci sono però anche tante possibilità di formarsi online, che consiglio soprattutto a chi inizia.

Andrea Guglielmino
14 Giugno 2016

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