Gabriele Muccino: il mio esame di maturità

Con L’estate addosso, produzione low budget, in sala con 01 dal 15 settembre, il regista torna a Venezia dove la sua carriera ha mosso i primi passi nella Mostra del 1999 con Come te nessuno mai


Gabriele Muccino lascia Los Angeles “dove l’industria dell’entertainment è cinica e volatile dai tempi di Buster Keaton” e torna al Lido di Venezia – sezione Cinema nel Giardino – dove la sua carriera ha mosso i primi passi nella Mostra del 1999 con Come te nessuno mai. E alle atmosfere, alla storia di formazione di quel film, che parlava di giovani liceali, torna con L’estate addosso, film low budget, meno di quattro milioni di euro, in sala con 01 dal 15 settembre, ispirato all’estate della sua maturità, segnata da un viaggio negli Stati Uniti.
L’estate addosso è quella che si porta dentro alla fine e che un po’ rimpiangerà per sempre il neodiplomato e progressista Marco (Brando Pacitto, volto della serie tv Braccialetti rossi). Di fronte alla prospettiva di un agosto desolato e senza amici nella torrida Roma si ritrova grazie a un imprevisto assegno a volare a San Francisco. Sullo stesso aereo e con la stessa destinazione viaggia anche Maria (Matilda Lutz, già interprete de L’Universale), una ragazza bigotta e conservatrice, che Marco detesta. Colpa o merito di un amico comune che indirizza entrambi nella casa di due ragazzi americani, Matt (Taylor Frey) e Paul (Joseph Haro). E’ allora che inizia l’estate imprevista e indimenticabile dei due 18enni che si confrontano da subito con la coppia omosessuale che li ospita. Dopo le iniziali diffidenze i quattro giovani diventano sempre più amici e intraprendono un viaggio a Cuba che li aiuterà a fare i conti con se stessi, a capire chi sono e saranno nella vita. Marco si ritroverà a studiare veterinaria a Roma, con il pensiero di tanto in tanto rivolto a quell’antipatica e distante Maria iscritta all’università di legge a Londra.

Con L’estate addosso torna alla Mostra di Venezia e alle atmosfere dei suoi primi film.
Ho già vissuto la Mostra prima come studente e sognatore cinefilo, poi come autore con Come nessuno mai. In questo film parlavo di 15/16enni esuberanti, convinti di avere la verità in tasca e che il mondo fosse quello da loro percepito. L’ultimo bacio è invece un film su un’altra età, quella in cui si diventa genitori senza volerlo e adulti senza un punto di ritorno. Ne L’estate addosso traghetto l’esperienza di quei personaggi e i quattro giovani protagonisti stanno a metà strada di queste due età, alla ricerca della loro identità. Matt e Paul, i giovani americani la stanno costruendo con il loro rapporto di coppia; Maria è in apparenza convinta di quella che ha; Marco è lontanissimo da sapere quello che vuole. Decisivi sono il viaggio e l’incontro tra i 4 giovani. Nella loro ricerca del senso della vita fanno cadere giudizi e pregiudizi.

Che cosa rappresenta l’estate?
Una stagione dell’anima, più breve rispetto a tutte le altre, con un orizzonte definito. E’ il tempo delle esplorazioni complete perché dopo verranno le scelte e le responsabilità che ci inghiottiranno.

Dopo le esperienze americane è tornato alle origini italiane?
Non so se è un ritorno temporaneo o no a casa, a Itaca, dopo le avventure acrobatiche delle mia carriera, raccontando in una lingua diversissima. Di sicuro avevo voglia di parlare con semplicità e leggerezza di quei passaggi fondamentali della vita.

L’estate addosso
lo possiamo ritenere un film leggero?

Spudoratamente leggero perché gli stessi protagonisti vogliono sentirsi leggeri, hanno paura delle responsabilità.

Quanto c’è di autobiografico nel suo film?
C’è tutto, perché quello che scrivo investe la mia esperienza passata e presente. Alcuni fatti narrati sono accaduti, anche i personaggi si richiamano a persone reali. Inoltre ho utilizzato la cultura e le differenze dei quattro interpreti per costruire la loro amicizia così autentica ma anche passeggera.

Come nasce la collaborazione di Jovanotti?
Siamo amici da anni e abbiamo lavorato insieme in alcuni videoclip. A questo film ci pensavo da anni e quando gliene parlai, citando il titolo, subito Lorenzo ha scritto l’omonima canzone che è diventata una hit prima del film. Successivamente ha composto le musiche  del film.

Da più di un decennio lei vive negli USA e nei suoi film ci mostra un paese delle opportunità.
Gli Stati Uniti sono un paese che non accetta il fallimento. Lo ha dimostrato  ai tempi dell’attacco giapponese a Pearl Harbor o nella crisi economica del 2008. Il colpo di reni, la speranza di un futuro contraddistinguono una nazione, fatta di tante Americhe, reattiva di fronte alle difficoltà. L’ottimismo è parte del suo DNA.

Stefano Stefanutto Rosa
01 Settembre 2016

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