Tonino Zangardi: “Il mio Nuvolari: più uomo che campione”

Il regista ha presentato in anteprima agli Incontri del Cinema d'Essai di Mantova il suo nuovo film, Quando corre Nuvolari, dedicato al leggendario pilota


MANTOVA – “I premi fanno piacere: per mia fortuna ne ho presi diversi, anche se ho fatto sempre film di nicchia”. Così il regista Tonino Zangardi commenta il riconoscimento ottenuto agli Incontri del Cinema d’Essai, dove ha proiettato in anteprima il suo nuovo film Quando corre Nuvolari. Nel cast, e a Mantova con Zangardi, anche l’attore Alessandro Haber, per raccontare la storia di Tazio Giorgio Nuvolari (Castel d’Ario, 1892 – Mantova, 1953), leggendario pilota automobilistico italiano.

Film di nicchia e film commerciali: quale è il confine?
Lo decide la distribuzione, ma secondo me il “commerciale” non esiste: anche a film considerati appunto “non commerciali” il pubblico può appassionarsi senza problemi. Diciamo che in Italia, a meno che non firmi una commedia, è molto difficile trovare spazi e finanziamenti affinché un film possa partire.

Il progetto su Nuvolari ne è un esempio…

Ci lavoravo da tanti anni: è un personaggio che ho sempre amato, tanto che mi è venuta voglia di farci un film. Ho tentato prima con la fiction, una serie di due puntate per la Rai: all’inizio sembravano interessati, poi il progetto è naufragato, anche perché a me non interessava raccontare tanto il campione, quanto l’uomo. Cinque anni fa abbiamo riprovato, ma il progetto è rimasto fermo. Ho fatto altri film, poi nel 2015 Mantova è stata eletta come capitale della cultura e con la Film Commission di Mantova e il produttore Mauro Venditti della Format alla fine, con grandi fatiche, siamo riusciti.

Era un progetto troppo ambizioso? Come spiega le disavventure produttive?

Di sicuro era ed è un progetto particolare e ambizioso, non a caso finora a raccontare la storia di Tazio Nuvolari non era riuscito nessuno: non trovavano la chiave giusta. Poi, ribadisco, non è facile trovare i finanziamenti oggi. Anche quando hai la fortuna di ottenere finanziamenti statali si tratta di cifre basse, pari a un 20% di budget, e mettere su il restante 80% non è uno scherzo. O fai una commedia dall’incasso certo o gli imprenditori tendono a non rischiare, ovvero a non investire su film considerati – sulla carta – difficili.

Perché scegliere un italo-inglese per protagonista?

Perché Brutius Selby è un attore straordinario, inoltre ne cercavo uno che somigliasse molto a Nuvolari, cosa non facile vista la sua maschera tagliente, il volto così particolare. Poi non volevo un attore popolare, preferivo che il pubblico seguisse la storia senza un riferimento specifico a un volto noto.

Quale ruolo ricopre Alessandro Haber?

Nella corsa del ’48 Nuvolari entra nella leggenda perché conduce in testa tutta la gara fin quando non gli si sbriciola la macchina a pochi km dal traguardo. Bene, c’è un bambino che trova il suo cofano e lo nasconde nel suo casolare per 60 anni. Ritroviamo il bambino nel film ormai invecchiato, lo interpreta Haber appunto: è lui che un giorno si metterà a raccontare a suo nipote la storia di Tazio Nuvolari.

Sta lavorando ad altro al momento?
E’ appena uscito il mio romanzo Io non sono innocente, sequel di L’esigenza di unirmi ogni volta con te. Non volevo firmare un sequel letterario, poi sono stato pressato da lettrici e casa editrice. Ritroviamo Leonardo e Giuliana, ma in questa storia entrano nuovi personaggi. Il delitto ha avuto una soluzione giudiziaria, e il libro parte proprio da qui.

Claudia Catalli
06 Ottobre 2016

Incontri d'Essai 2016

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