Stefano Accorsi: “Sorridere di fronte al dramma”

Abbiamo incontrato il protagonista di 'Veloce come il vento' e del nuovo film di Sergio Castellitto 'Fortunata'.


MANTOVA – E’ lui il miglior attore dell’anno secondo la Federazione Italiana Cinema d’Essai. Stefano Accorsi si dichiara fiero e soddisfatto del suo Loris, ex pilota sbandato che diventa una guida sportiva e spirituale della sorella in Veloce come il vento di Matteo Rovere. In questi giorni è impegnato con le riprese di Fortunata, il nuovo film di Sergio Castellitto, in cui interpreta uno psicoterapeuta infantile.

Che effetto fa essere definito “miglior attore dell’anno”?

Il FICE è un premio di addetti ai lavori, gente che vede tanto cinema da anni, quindi a maggior ragione per me è un grande onore riceverlo.

Cosa le ha lasciato il personaggio di Loris?

Una certa passione per il circuito, dove ogni tanto mi capita di andare a fare un giro con le macchine. E un grande amore. E’ stata un’esperienza totalizzante: la preparazione è stata lunga, nei panni di Loris ci sono stato tanto. Sono anche stato a lungo in pista, avevamo una macchina iscritta al campionato, ero sempre lì: bellissimo stare in quel ritmo, in quel personaggio. Ne conservo un ricordo fantastico.

Un personaggio che ha sovvertito i ruoli più patinati che le avevano affidato al cinema ultimamente: un tossicodipendente, anche fisicamente lontano da lei…

E’ raro che capitino occasioni del genere per un attore. A volte ti presentano un personaggio “atipico”, in realtà i personaggi atipici non esistono, cambia semmai lo sguardo con cui li racconti. Mi è piaciuto l’approccio di Matteo Rovere perché voleva lavorare con me, non contro di me. Loris non è il mio “contrario”, è altro.

Tutt’altro personaggio quello che le ha affidato Sergio Castellitto per il nuovo film: uno psicoterapeuta infantile.

Assolutamente diverso, con i colleghi Jasmine Trinca e Alessandro Borghi sta venendo fuori una storia splendida, emozionante. Castellitto è un regista vulcanico, esplosivo, posseduto, attento al minimo dettaglio. Quanto a me, mi colpisce che ci sia sempre una nota di sorriso ultimamente nei personaggi che interpreto: anche nel dramma riesco a strappare sempre una risata.

Le appartiene, questa, come nota caratteriale?

Molto. Quando ero piccolo la gente non capiva quando scherzavo, oggi ho un’età per cui finalmente mi capiscono quando faccio una battuta e anche nella recitazione riesco a portare questa nota di ironia.

Cosa deve avere un copione affinché lei accetti di lavorarci su?

La necessità di un autore nel raccontare una storia, l’incontro con lui, la qualità della scrittura: la prima cosa a cui bado è sempre la pagina, le emozioni che mi suscita. A volte ci sono belle idee che per un dettaglio non mi convincono. Anche l’alchimia con un regista è importante: quando ci lavori bene insieme spesso escono fuori cose interessanti e magari divertenti.

Un esempio?

“Vacca boia” di Loris in Veloce come il vento. Un intercalare continuo, che ho apportato io: le radici della tua terra a volte si fanno sentire.

Claudia Catalli
07 Ottobre 2016

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