Kevin Spacey: “Se potessi girerei sempre in Italia”

L'attore a Roma per presentare "Baby Driver", in sala dal 7 settembre, in cui ha il ruolo del boss Doc


ROMA – “Se potessi girerei tutti i film in Italia. Intanto ne ho girati due nell’ultimo mese e mezzo. Sto per interpretare Gore Vidal, che ha vissuto a lungo a Ravello”. Anche “in borghese”, ovvero fuori dal set e in abiti casual, Kevin Spacey non perde un briciolo del suo carisma. Stamattina ha incontrato la stampa all’Hotel Rome Cavalieri Waldorf Astoria per presentare Baby Driver – Il genio della fuga, l’heist movie a ritmo di musica diretto da Edgar Wright e interpretato dal giovane Ansel Elgort con Lili James, Jon Hamm e Jamie Foxx. L’ex Kaiser Soze, o se preferite l’alter-ego di Frank Underwood di House of Cards, qui si cala nei panni di Doc, un boss che organizza grosse rapine usando come driver Baby (Elgort), un fenomeno del volante che, afflitto da un fischio costante all’orecchio, guida a ritmo di musica. In Baby Driver – che sarà nelle nostre sale con Warner Bros il 7 settembre dopo un ottimo esito al botteghino americano – il criminale interpretato da Spacey è un villain con tratti paterni mentre, nel prossimo futuro, vedremo l’attore americano tra i protagonisti di Gore di Michael Hoffman e in All the Money in the World di Ridley Scott, nei panni di Jean Paul Getty. 

Spacey, cosa la affascinava del personaggio di Doc? 
Adoro quando il pubblico può incontrarti a metà strada. Sono sempre stato interessato a personaggi che non sono una sola cosa e verso i quali l’alleanza del pubblico può oscillare nel corso della storia. Per quanto riguarda Doc in particolare, mi ha intrigato il fatto che mi sembrava un ruolo alla Michael Caine.

Qui lavora con un giovane attore di talento. Cosa insegna ai giovani? 
Non insegno nulla a nessuno se non nei workshop che faccio spesso e con piacere. Quando ho lavorato a mia volta con attori esperti la lezione più grande la traevo dall’osservazione. Ho avuto la fortuna di star vicino a Jack Lemmon che è stato capace di negoziarsi una carriera che l’ha tenuto al top per decenni. Lui mi ha insegnato che il ruolo del protagonista implica anche quello del leader, perciò io sento sempre la responsabilità di guidare il resto della compagnia. 

Lemmon era anche un grande della commedia… 

Qualsiasi confronto tra me e Jack Lemmon è un onore immenso. C’è comunque una grande differenza tra di noi: il numero di commedie che mi offrono non è lontanamente paragonabile a quelle che offrivano a lui. Ma io mi siedo e aspetto. 

Vorrebbe girare più commedie? 

Amo la commedia, la pratico molto a teatro, dove posso esprimere spesso questa parte di me, ma non mi offrono molte commedie al cinema, forse perché tendono a etichettare, io invece sfido questa categorizzazione. 

Come ha lavorato con Edgar Wright? 
Già da molto prima di Baby Driver ha dimostrato di essere un regista inventivo, brillante, pieno di stile ed energia, un grande narratore. Continuerà a sorprenderci e io spero di tornare a lavorare con lui. Avevo già accennato, scherzando, alla mia speranza di fare un sequel dal titolo Baby Doc

La musica ha un ruolo fondamentale in Baby Driver

La musica è stata parte dell’esperienza del film già dal momento in cui ho letto il copione, perché la sceneggiatura era associata alle canzoni, in modo che noi attori capissimo qual era il ritmo e l’energia di ogni scena. Abbiamo anche girato a ritmo di musica: avevamo degli auricolari e ne seguivamo il ritmo con i nostri movimenti in scena, era una specie di danza.

Come si avvicina al ruolo di Gore Vidal?

Racconteremo la storia della sua vita e io spero di rendere onore a un uomo così complesso, così pieno di talento e geniale.

Lei vive per la maggior parte del tempo a Londra, ora che soprattutto l’Europa è sotto attacco del terrorismo si sente meno sicuro? 
Non credo che Londra o l’Europa siano sotto attacco, sono i media che raccontano così la situazione. I terroristi sono dei perdenti, molto tristi, molto isolati che scelgono il modo più facile per ferire e uccidere le persone. È triste, è una cosa orribile che delle persone vengano ferite e uccise, ma il nostro modo di rispondere a tutto ciò dimostrerà che non siamo sotto attacco. E alla fine le cose andranno a posto.

Michela Greco
20 Agosto 2017

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