Fango e gloria, la Grande Guerra raccontata ai giovani (a colori)

È la prima tappa cinematografica del centenario della Grande Guerra il documentario di Leonardo Tiberi presentato al Teatro Goldoni di Venezia alla presenza del ministro della Difesa Roberta Pinotti


VENEZIA – È la prima tappa cinematografica del centenario della Grande Guerra (iniziata, per l’Italia, il 24 maggio del 1915) l’anteprima, al Teatro Goldoni di Venezia, alla presenza del Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, di Fango e Gloria. Singolare operazione di recupero di materiali d’archivio, la docu-fiction di Leonardo Tiberi è stata realizzata intrecciando a un tessuto narrativo vero e proprio, ovvero la storia (immaginata) del Milite Ignoto, gli spezzoni d’archivio che sono stati per la prima volta colorati e sonorizzati creando un effetto di “contemporaneità”. Prodotto dalla Baires di Maurizio e Manuel Tedesco in collaborazione con Istituto Luce – Cinecittà, con la Regione Veneto e il Gruppo Banco Desio, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, il film è pensato soprattutto come strumento divulgativo, utile per avvicinare i giovani alla drammatica storia dei loro coetanei che si trovarono catapultati nella Grande Guerra e in gran numero morirono. “È un’opera di grande valore culturale, ma anche didattico e sicuramente sarà proiettato nelle scuole grazie a collaborazione con il Miur, dopo essere uscito nelle sale in autunno”, spiega il presidente del Luce Rodrigo Cipriani Foresio. HISTOIRE/ TF1 lo ha acquistato per la Francia, mentre Raiuno lo manderà in onda l’anno prossimo e Raicom si occuperà delle vendite all’estero.

Leonardo Tiberi racconta di aver voluto mostrare questa guerra “feroce e assurda, la prima globale, una tempesta d’acciaio che ha devastato l’Europa e spezzato 650mila vite. Una guerra combattuta da tutti, interventisti e pacifisti, socialisti e nazionalisti, analfabeti e grandi intellettuali”. Girato tra Verona e dintorni, con una trincea ricostruita alle pendici del Monte Baldo sotto la direzione dello scenografo e consulente storico Mauro Quattrina, Fango e Gloria racconta la vicenda di Mario, un ragazzo che ha 24 anni nel 1914, il giorno dell’attentato all’Arciduca d’Austria a Sarajevo. Tutti dicono che scoppierà la guerra, ma Mario non riesce a credere che un conflitto possa fermare la locomotiva del progresso: studia legge, frequenta la fidanzata Agnese e l’inseparabile amico Emilio, impenitente rubacuori, si confronta con il padre, tipografo di idee socialiste, pensa al futuro. “Mario – spiega ancora Tiberi – rappresenta quei cinque milioni di suoi coetanei che nei tre anni del conflitto vennero chiamati alle armi. Venivano dalla Sicilia e dal Piemonte, dal Veneto e dalla Sardegna, nel fango delle trincee impararono a conoscersi e completarono in qualche modo l’unità nazionale”.  

Naturalmente sono i filmati di repertorio a colpire maggiormente lo spettatore. “Non rappresentano in questo caso il passato, la fredda e inoppugnabile testimonianza dell’accaduto, ma entrano ed escono nella ricostruzione di fantasia dandole il pathos della realtà e imprimendole il marchio della verosimiglianza”, dice ancora l’autore. Che aggiunge: “I personaggi migrano dal girato che li rappresenta e li genera al mondo del repertorio e viceversa. Per realizzare tutto ciò, per compenetrare al massimo girato e repertorio, mi sono posto come primo obiettivo quello di attualizzare gli spezzoni storici, vale a dire renderli fruibili come fossero stati girati oggi e non un secolo fa. Nei laboratori del Luce le preziose pellicole dell’Archivio Storico sono state quindi scansionate in HD, restaurate da graffi e macchie, acquisite in digitale, variando la velocità di scorrimento – per eliminare le fluttuazioni ondulatorie che avevano le macchine da presa dell’epoca e che provocavano i movimenti accelerati e ridicoli a cui siamo abituati”. A elaborare il progetto un pool di venti colorist coordinati e guidati da Marco Kuveiller mentre la fotografia è opera di Stefano Paradiso che ha girato con una macchina Red in 4k.

Tra le immagini d’epoca che scorrono sotto i nostri occhi, non solo quelle del re Vittorio Emanuele o dell’ingegner Caproni, ma molti momenti di combattimento e di vita in trincea, dove diventano protagonisti quei tanti senza nome che furono vittime di una carneficina di massa senza precedenti. Ma la sequenza più sconvolgente è quella del viaggio finale del Milite Ignoto verso Roma tra ali di folla commossa.  

Intanto al Venice Film Market è stato presentato anche un altro originale progetto dedicato a ricordare la prima guerra mondiale. Il giovane giornalista freelance Nicolò Giraldi è partito a piedi da Londra il 10 maggio scorso ed è arrivato a Trieste il 9 luglio, dopo due mesi di cammino attraverso i luoghi e la memoria del conflitto. Negli oltre 60 giorni di viaggio a piedi sono state raccolte da Nicolò centinaia di testimonianze, tra scatti fotografici, filmati e interviste, che ora diventeranno un libro e un film, a cura del regista Luca Severi. Nicolò Giraldi, dall’Inghilterra, si è spostato attraverso il Canale della Manica, per proseguire sul continente, lungo la linea del fronte occidentale e arrivare infine a Trieste, per noi italiani luogo simbolo, assieme a Trento, della prima guerra mondiale.

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Cristiana Paternò
28 Agosto 2014

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