Altman alla Altman, elogio dell’indipendenza

Sarà il primo film distribuito in sala, da ottobre, da MyMovies.it


VENEZIA – “L’Oscar alla carriera gli era stato già offerto varie volte, ma aveva rifiutato dicendo che era un premio per vecchi, mentre lui aveva ancora tanto lavoro nel suo futuro. Dopo varie insistenze ha ceduto, a condizione che mostrassero alcune clip di Radio America, che aveva appena finito”. Tra le voci di Altman di Ron Mann – presentato al Lido in Venezia ClassiciKathryn Reed, la moglie di Robert Altman, parla volentieri del marito scomparso nel novembre 2006, simbolo del cinema indipendente americano e della fiera indipendenza rispetto alle regole del sistema hollywoodiano. Quella sera in cui finalmente decise di accettare l’Academy Award, il regista di Nashville svelò anche di aver subìto, 11 anni prima, un trapianto di cuore: “Non mi aveva detto che ne avrebbe parlato – ha commentato Kathryn – era un segreto che tenevamo da oltre 10 anni”.

Realizzato in collaborazione con la famiglia del regista, il doc firmato da Ron Mann è a sua volta, formalmente, “altmaniano”; definizione che è al centro delle domande rivolte ai suoi compagni di vita e carriera. Da Elliot Gould a James Caan, da Paul Thomas Anderson a Bruce Willis, passando per Julianne Moore e Robin Williams, l’attore che recentemente si è tolto la vita e che per Altman – figura che sintetizza nelle parole “aspettati l’inatteso” – indossò i panni di Popeye. “Il progetto è nato nel 2011, quando al Festival di Torino fu organizzata la retrospettiva in suo onore  – spiega Mann – lì incontrai Kathryn, che poi mi diede accesso allo sterminato materiale d’archivio sul marito, conservato alla Michigan University. Pensavo di rimanerci una settimana, ci ho passato tutta l’estate e ho consultato tantissimi album di famiglia”.

Altman sarà il primo film distribuito in sala – da ottobre – da MyMovies.it in collaborazione con Feltrinelli Real Cinema, e poi sarà trasmesso sul piccolo schermo da Studio Universal nell’ambito di uno speciale omaggio dedicato al grande regista americano in occasione dei 90 anni dalla nascita. Amante della baldoria, refrattario agli incasellamenti e rivoluzionatore dei codici cinematografici – tra le altre cose impose l’uso di dialoghi e voci sovrapposte nei suoi film corali, per dare più realismo alle scene – Altman viene raccontato (e si racconta grazie ai filmati di repertorio) dagli esordi nella regia di filmati commerciali alla produzione televisiva, per arrivare alle pietre miliari come M*A*S*H, Nashville, America oggi e a quell’emozionante momento in cui accettò l’Oscar alla carriera. Disse che il cuore che aveva in petto era di una trentenne e gli avrebbe garantito ancora qualche decennio di attività. Scomparve invece solo pochi mesi dopo, ma non senza lasciare una ricchissima eredità al cinema americano.

Michela Greco
01 Settembre 2014

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